Sempre più banche sono solite lanciare campagne promozionali dove con l’apertura di un conto corrente è possibile ottenere non solo condizioni esclusive e tassi di interesse più elevati sulla giacenza, ma anche omaggi di vario genere e persino buoni acquisto su siti di ecommerce.
Cogliere queste promozioni può essere molto vantaggioso, in termini sia di riduzioni costi (se si decide di cambiare banca di solito è perché è più conveniente di quella di cui si è già clienti), sia di nuovi servizi accessibili.
Una volta vinta la pigrizia, inoltre, cambiare banca è semplice e gratuito: basta compilare un apposito modulo per chiedere che la liquidità e i servizi ( tra cui le bollette domiciliate) vengano trasferite dal vecchio al nuovo conto. Ovviamente prima di decidere se lasciare la propria banca è opportuno verificare che quella nuova abbia tutti i servizi che ci servono o che intendiamo utilizzare: è il caso ad esempio delle cassette di sicurezza, spesso disponibili solo in alcune filiali sul territorio. Un altro punto da considerare è lo spostamento degli investimenti detenuti all’interno del dossier titoli: talvolta può richiedere più tempo del previsto e quindi è bene tenerne conto per evitare di perdere delle opportunità di vendita o di acquisto di prodotti finanziari.
Cos’è il dossier titoli e come funziona
Il dossier titoli – o “deposito titoli” - è una sorta di conto “di appoggio” collegato al conto corrente principale del singolo correntista o di più di uno, se il conto corrente è cointestato.
Attraverso il servizio di internet banking e di trading online, il dossier titoli permette di avere sotto controllo i propri investimenti in tempo reale e di fare operazioni di compravendita di titoli.
Il dossier titoli può essere composto, ad esempio, da titoli di Stato, obbligazioni, certificati, azioni, Etf, quote di fondi comuni delle principali case di investimento e ogni altra tipologia di strumento finanziario.
Si tratta di un servizio gratuito offerto dalle banche e non richiede spese di apertura o di chiusura. Occorre però pagare l’imposta di bollo in Italia è pari allo 0.20% su base annua in relazione al valore di mercato di tutti i prodotti di investimento contenuti nel dossier titoli compresi i conti deposito. Prima di cambiare banca è bene sapere che a livello fiscale c’è molta differenza tra il trasferimento titoli con la stessa intestazione e il trasferimento titoli con diversa intestazione.
Il trasferimento di quote di fondi comuni di investimento potrebbe invece causare problemi e ritardi per motivi che nulla hanno a che vedere col fisco. Occorre, infatti, che la banca nuova collochi gli stessi prodotti di quella vecchia. Se, invece, la nuova banca non ha accordi per collocare i fondi presenti nel dossier che si estingue il trasferimento non sarà possibile. A quel punto bisognerà necessariamente vendere i fondi presenti sul vecchio dossier ( con tutti gli svantaggi legati all’uscita anticipata da un investimento).
Dal caso più semplice di trasferimento titoli…
Il caso più semplice di trasferimento prevede che il dossier vecchio e quello nuovo abbiano la stessa intestazione. In pratica i titolari del vecchio conto sono gli stessi del nuovo. Si tratta della situazione migliore poiché il passaggio non avrà alcun effetto dal punto di vista fiscale. Ciò accade se il trasferimento riguarda azioni, obbligazioni, certificati ed Etf. I prezzi di carico di azioni ed obbligazioni restano gli stessi. Ai fini fiscali non cambia nulla: le plusvalenze, pertanto, saranno quindi sempre pagate al momento della vendita dei titoli sulla base del guadagno effettivo.
A quello più complesso: titoli con diversa intestazione
Il trasferimento dossier titoli con intestazione diversa comporta un aggravio in termini fiscali. Se, infatti, gli intestatari del conto vecchio e di quello nuovo non coincidono, la banca dovrà effettuare una sorta di vendita virtuale. La situazione si verifica, ad esempio, se un conto intestato ad una sola persona diventa cointestato oppure se vengono tolti od aggiunti intestatari al momento del passaggio. A quel punto però, la vendita per quanto “virtuale” comporta in ogni caso la determinazione, ai prezzi validi nel momento del trasferimento, di plusvalenze che devono essere per legge sottoposte a tassazione. In pratica è come se i titoli (azioni, obbligazioni, certificati ed Etf) venissero venduti tutti sul conto vecchio e ricomprati tramite quello nuovo.
Sebbene l’operazione non comporti costi bancari, a livello fiscale – in caso di plusvalenza e quindi guadagni - si pagheranno quindi subito le tasse. In caso contrario, invece, se si è verificata una perdita - sul nuovo dossier si avrà una minusvalenza ( e non dovrà essere versato nulla al fisco).
Cosa fare in caso di problemi o ritardi
Il passaggio di titoli da una banca a un’altra è un’operazione che va fatta con prudenza soprattutto quando si ha un portafoglio titoli “robusto”. In prima battuta è bene non introdurre variazioni tra gli intestatari del conto vecchio e quelli del conto nuovo. In tale modo non si dovranno pagare imposte su utili non realizzati. Inoltre è meglio trasferire i titoli in un momento di relativa tranquillità dei mercati perché la procedura può richiedere tempo ( mediamente serve circa un mese affinché i titoli siano visibili nel nuovo dossier). Prima del trasferimento è sempre consigliabile stampare e conservare la posizione del vecchio conto, prima di trasferirlo. In questo modo si potrà controllare la correttezza dei dati come le quantità trasferite e dei prezzi di carico.
In caso di problemi, incluse eventuali lungaggini per il trasferimento o addebito di costi non dovuti, occorre sempre presentare un reclamo scritto alla propria banca d’origine. Solo e soltanto dopo aver inviato un reclamo è possibile ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), l’organismo competente per la risoluzione non giudiziale delle controversie tra banca e risparmiatori.
Il trasferimento del conto deposito titoli è una delle materie su l’ABF può pronunciare. Occorre tuttavia puntualizzare alcuni aspetti: l’Arbitro Bancario può pronunciarsi solo su alcuni aspetti come ad esempio il ritardo nel trasferimento titoli o in caso di mancata consegna della documentazione inerente le minusvalenze.
Sul comportamento della banca nello svolgimento del servizio di investimento, è invece generalmente competente l’Arbitro per le controversie finanziarie ( ACF) come ad esempio il mancato rispetto di obblighi informativi relativi al portafoglio titoli e su questioni relative alla sottoscrizione o al collocamento delle quote di un fondo.
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