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Il jobs act è legge: cosa prevede e cosa cambia per i lavoratori
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Con 166 voti favorevoli e 112 contrari è stata approvata in via definitiva la legge delega sulla riforma del lavoro, il cosiddetto jobs act. Il testo - che rappresenta al momento solo l'ossatura generale a cui dovrà ispirarsi il governo per definire in concreto le nuove regole - introduce novità importanti come il superamento per i neoassunti dell'articolo 18 o l'eliminazione di molti contratti precari. Ma vediamo cosa prevede la nuova legge e cosa cambia per i lavoratori

Jobs act, cocopro
La prima novità riguarda i contratti di lavoro. Sparirà la giungla contrattuale vigente (40 tipi diversi, calcola l'esecutivo), con il ritorno a una tipologia unica. Dovranno essere introdotti anche i criteri per declinare l'affermazione di principio che “un contratto a tempo indeterminato dovrà essere più conveniente rispetto ad altre forme” (comma 7, lettera b dell'articolo 1 del disegno di legge delega), secondo i principi europei. Se i decreti arriveranno entro dicembre il nuovo contratto potrà usufruire degli sgravi contribuitivi previsti dalla legge di stabilità per le assunzioni fatte nel 2015

Jobs act, articolo 18 e contratto a tutele crescenti
L'articolo 18 sarà valido ancora per i vecchi assunti con contratto a tempo indeterminato nelle aziende con più di 15 impiegati. Per i neoassunti viene introdotto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio. Per i neoassunti, in caso di licenziamento per motivi economici sarà esclusa la reintegra, che rimane per licenziamenti nulli e discriminatori e per alcune fattispecie di quelli disciplinari (saranno i decreti legislativi a stabilire quali saranno queste fattispecie). Sui licenziamenti economici (per esigenze aziendali) sarà previsto solo l'indennizzo

Approfondimento sulle modifiche all'articolo 18

Jobs act, gli ammortizzatori socali
Meno tutela del posto fisso, in cambio dell'”universalità degli ammortizzatori sociali”. Sempre per decreto attuativo arriverà il “naspi”, un sussidio di disoccupazione per tutti coloro che perdono il lavoro, compresi i circa 400mila collaboratori a progetto che oggi non hanno alcun sostegno. Dovrebbe durare la metà dei mesi lavorati negli ultimi quattro anni, con un tetto di due anni. Seguito, in caso ancora non si trovasse lavoro e si versasse in reale stato di bisogno (secondo i parametri isee) da un ulteriore assegno. Nelle intenzioni del governo una misura a costo zero, che dovrebbe essere finanziata dalla progressiva sparizione (già prevista dalla legge fornero) della cassa integrazione in deroga

Jobs act, cig
Sarà impossibile autorizzare la cig in caso di cessazione definitiva di attività aziendale. Saranno rivisti i limiti di durata del sussidio (adesso il tetto è di due anni per la cassa ordinaria e di quattro per la straordinaria) e sarà prevista una maggiore partecipazione da parte delle aziende che la utilizzano. Si punta alla riduzione delle aliquote di contribuzione ordinarie (ora all'1,9% della retribuzione) con la rimodulazione delle stesse tra i settori in funzione dell'effettivo impiego)
 

Jobs act, demansionamento
Altro punto particolarmente controverso è quello relativo al demansionamento. Dei lavoratori, che l'articolo 13 dello statuto dei lavoratori, attualmente, non consente. Il governo è intenzionato a cambiare questa regola, così come quelle sulla revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro. Che dovrebbe riguardare strutture e non dipendenti, ma c'è già chi teme una videosorveglianza continua sull'operato dei lavoratori. Prevista anche l'introduzione di un compenso orario minimo (anche “in via sperimentale”), non solo per il lavoro subordinato

Jobs act, i servizi per il lavoro
Novità anche per quanto riguarda i servizi all'impiego. Con personale del ministero del lavoro sarà istituita l’agenzia nazionale per l’occupazione, partecipata da stato, regioni e province autonome. Il suo compito sarà monitorare sulle politiche per il lavoro, “valorizzando sinergia tra pubblico e privato” e rimediando alle croniche inefficienze dei centri per l'impiego, attraverso i quali passa solo una minima parte del “job placement”

Jobs act, nuove tutele per la maternità
Infine c'è il sostegno alle mamme che lavorano, con estensioni delle tutele a tutte le categorie, comprese quelle parasubordinate anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro

No vacatio legis
Leggi e decreti delegati entreranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione in gazzetta, gli effetti degli interventi normativi saranno oggetto di un monitoraggio permanente da realizzarsi senza maggiori oneri

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1 Commenti:

renato
6 Dicembre 2014, 15:31

Una legge fascista fatta da un governo di destra, Matteo renzi prima d' insediarsi è andato a prendere gli ordini a Milano a casa di silvio berlusconi (che doveva stare in galera e non ai servizi sociali per 4 ore la settimana).poi il Matteo renzi ha fatto il governo con un altro ex fascista che ha nominato ministro degli interni, che fa manganellare operai indifesi. Tutti quelli che hanno votato il job act, sono a sinistra di berlusconi e di angelino alfano, ma sempre a destra di rosi bindi (ex democristiana). Percio' il p. D.è un partito di centro destra. Gli appartenenti all' ex p.c.i. Sono i traditori della classe operaia; si sono venduti per una poltrona in parlamento, senza dimenticare che il ministro del lavoro andava a pranzo e cena con la mafia romana (vedasi foto). Siamo nella merda totale, siamo in bbb-, peggio di così c' è solo la dittatura.

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