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Chi percepisce, a titolo di lavoro dipendente o autonomo, un reddito non superiore rispettivamente a 8.000 e 4.800 euro può mantenere lo stato di disoccupazione. A stabilirlo il decreto correttivo al Jobs Act approvato dal governo.

Un provvedimento con il quale si vuole evitare di mettere i lavoratori di fronte all’alternativa tra il continuare a percepire l’assegno di disoccupazione o l’accettare un lavoro con un reddito minimo. In presenza di un reddito minimo, ossia inferiore alle soglie di imposizione dell’Irpef, non si perderà lo stato di disoccupazione.

In questo modo, la disciplina dello stato di disoccupazione risulta allineata a quella del decreto di riordino degli ammortizzatori sociali, che prevede il mantenimento della Naspi per i lavoratori che percepiscono redditi da lavoro autonomo e dipendenti, nella stessa misura. Con la reintroduzione dell’istituto della conservazione dello stato di disoccupazione si ripristina la situazione standard secondo cui il percettore di Naspi deve essere in stato di disoccupazione per tutto il periodo di fruizione della medesima.

L’attività di verifica del rispetto dei limiti di reddito è affidata ai centri per l’impiego, che dovranno effettuare gli accertamenti attraverso il sistema informativo unitario delle politiche del lavoro, in cui confluiranno anche le informazioni della banca dati reddituale dell’Agenzia delle Entrate.

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