Il decreto agosto da poco approvato, oltre a contenere istruzioni per lo smart working, interviene anche in materia di congedo parentale. Vediamo cosa viene stabilito e in quali casi può essere fruito.
Il decreto agosto, infatti, oltre a consentire ai genitori di lavorare da remoto (smart working), in alternativa offre anche l’opportunità di fruire di un congedo parentale indennizzato al 50% delle retribuzione nel caso in cui il figlio under 14 si trovi in quarantena a causa di un contatto con un positivo avvenuto a scuola o durante l'attività sportiva o ricreativa.
Per il riconosciuto stato di quarantena prevede è necessario che vi sia una disposizione dell’autorità sanitaria per far scattare il ricorso allo smart working o al congedo parentale per covid. Il congedo parentale può quindi essere fruito dai genitori che non possono svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile e comunque in alternativa a questa tipologia di svolgimento dell’attività lavorativa. A usufruirne, inoltre, può essere uno solo dei genitori conviventi con il figlio, oppure entrambi ma alternativamente, per periodi di quarantena fino al 31 dicembre 2020.
Tuttavia, sono già state sollevate alcune criticità, soprattutto per i datori di lavoro. Il congedo parentale per covid delineato nel decreto agosto, infatti, dipende da circostanze che non possono essere previste. Questo quindi comporta complesse conseguenze per un’azienda, visto che potrebbe trovarsi improvvisamente con una carenza di organico a cui è difficile se non impossibile fare fronte.
Inoltre, il congedo parentale, come spiegato anche dall’Inps, può essere goduto anche in maniera frazionata, per singole giornate. Per questo è facile immaginare che le aziende preferiscano comunque incentivare e ricorrere allo smart working, una soluzione che contente di programmare con più affidabilità gli incarichi lavorativi in tempo di covid.
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