
Il testo definitivo del decreto agosto, ormai divenuto legge, interviene anche in materia di lavoro. In particolar modo, vediamo cosa cambia in materia di smart working durante l’emergenza coronavirus.
Sostanzialmente, la versione definitiva del decreto agosto conferma la possibilità per i genitori di fruire dello smart working, e quindi di lavorare da remoto (o chiedere un congedo indennizzato al 50% delle retribuzione) se il figlio (fino però ai 14 anni di età) sia in quarantena a causa di un contatto con un positivo avvenuto a scuola o durante l'attività sportiva o ricreativa (novità apportata dalla conversione in legge).
Sempre il decreto Agosto, durante l'iter, ha esteso fino al 31 giugno dell'anno prossimo il diritto allo smart working per i genitori con figli con disabilità grave. Dal 16 ottobre fino al 31 dicembre per i lavoratori “fragili” lo smart working sarà la regola, anche ricorrendo all'assegnazione a mansioni diverse da quelle svolte in presenza, purché rientranti nella stessa categoria o area di inquadramento previste dai contratti collettivi.
"Il concetto di fragilità – si leggeva nella nota ministeriale – va dunque individuato in quelle condizioni dello stato di salute del lavoratore/lavoratrice rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto e può evolversi sulla base di nuove conoscenze scientifiche sia di tipo epidemiologico, sia di tipo clinico”.
Nel dettaglio, il punto centrale per individuare chi sono i lavoratori fragili nella comorbilità: "la maggiore fragilità nelle fasce d’età più elevate della popolazione va intesa congiuntamente alla presenza di comorbilità che possono integrare una condizione di maggior rischio".
L’ultimo dpcm del 18 ottobre, poi, ha ulteriormente incentivato il ricorso allo smart working per contenere i contagi da coronavirus. Di fatto, viene l’articolo contenuto nel decreto agosto per il quale nella pubblica amministrazione, fino al 31 dicembre 2020, si dovesse ricorrere allo smart working per il 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in modalità da. Si passa infatti quindi dal 50% ad “almeno” il 50%. Il Governo raccomanda il ricorso allo smart working anche per le aziende private.
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