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Mutui, le ultime novità sui pignoramenti veloci
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Fa discutere lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 2014/17/Ue sui contratti di credito ai consumatori relativi a immobili residenziali. Secondo la bozza, banca e mutuatario possono accordare in caso di inadempimento di quest’ultimo la restituzione dell’immobile dato in garanzia, senza passare dal Tribunale.

La commissione Finanze della Camera sta studiando il provvedimento e non senza difficoltà. A creare malumore è la norma che introduce nel Testo unico bancario un articolo che disciplina i casi di “inadempimento del consumatore” evitando le procedure di esecuzione. In pratica, se non si pagano sette rate del mutuo anche non consecutive, l’istituto di credito sarebbe autorizzato a vendere l’immobile senza passare dalle procedure esecutive.

Il Testo unico bancario prevede già la possibilità di far scattare le procedure esecutive dopo il mancato pagamento di sette rate, quel che va a cambiare con l’inserimento del nuovo articolo è la possibilità di evitare le procedure esecutive. La ratio è quella di accorciare i tempi per il recupero del credito, rispetto a quelli assai lunghi della normale procedura che passa attraverso il Tribunale, che accerta lo stato di insolvenza, pignora il bene e lo mette all’asta.

Il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, ha aperto a correzioni sul testo e a quanto pare anche il Parlamento è pronto a proporre alcune modifiche, in particolare sulle tempistiche dell'inadempimento e sulla percentuale del debito non pagato.

Il parere della commissione Finanze è atteso per l'inizio della prossima settimana e come fatto sapere dal relatore al provvedimento, Giovanni Sanga (Pd), e dal capogruppo democratico, Michele Pelillo, sarà un parere con cui si chiederà al governo di rendere più mite la norma che sta suscitando tante polemiche.

Quello che i parlamentari sono intenzionati a chiedere al governo è chiarire quando si ha l'inadempimento, indicare il lasso temporale che deve trascorrere prima che scatti la misura e indicare la percentuale di debito non pagato. Da chiarire, inoltre, quando banca e contribuente possono prevedere la vendita senza asta giudiziaria. Zanetti ha fatto sapere che il governo è disponibile ad apportare correzioni, sottolineando tuttavia che il Dlgs estende tutele a favore dei consumatori.

E appena qualche giorno fa fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno fatto sapere che l’Esecutivo aveva il dovere di recepire la direttiva Ue sui mutui, ma che si è scelto di tutelare il consumatore-debitore inserendo il diritto all’eventuale eccedenza dalla vendita dell’immobile.

Sul recepimento della direttiva europea sui mutui è intervenuta anche l’Abi. Il presidente dell’Associazione, Antonio Patuelli, ha spiegato che il rischio di esproprio “non riguarda fatti del passato, ma la possibilità e l’eventualità per il futuro, lasciata alla libera contrattazione tra famiglie e istituti bancari”. Patuelli ha poi ricordato che “esiste anche un fondo salva-mutui per le moratorie presso il Tesoro”.

Il presidente dell’Abi ha affermato: “Ho studiato il documento del governo che recepisce la direttiva e non riguarda fatti passati, ma eventualità, possibilità per il futuro, è una cosa lasciata alla libera contrattazione tra le famiglie e gli istituti bancari, e non riguarda il passato e i crediti deteriorati”.

Tra i pareri critici si aggiunge quello del presidente nazionale Fimaa, Santino Taverna, che ha chiesto il ritiro del provvedimento.

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