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mutui spread
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La spinta delle surroghe dei mutui non si è ancora esaurita. Ad evidenziarlo è la Bussola Mutui di Crif e MutuiSupermarket.it, secondo cui, grazie alla ulteriore riduzione degli spread medi di offerta sui mutui e all’andamento dei tassi di riferimento, nel corso del secondo trimestre 2018 sul canale online le operazioni di mutuo con finalità surroga hanno riguardato ben il 31% delle richieste totali. La crescita, pur inferiore ai picchi degli anni scorsi, rispetto al primo trimestre di quest’anno è stata del 28%.

Surroga di surroga

Spesso, nota il rapporto, si tratta di surroghe di contratti già surrogati in precedenza. Le famiglie infatti, pur avendo già usufruito della possibilità di cambiare banca e mutuo inseguendo condizioni più favorevoli, lo hanno fatto nuovamente, trovando condizioni più vantaggiose ancora, con rate più leggere e più sostenibili.

importo medio richiesto
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Mutuo a tasso fisso, il preferito dagli italiani

I mutui preferiti? Quelli a tasso fisso, nell’82% dei casi i protagonisti delle surroghe richieste on line. Ciò grazie all’andamento del tasso di riferimento Irs, che continua ad essere favorevole, e a spread bancari particolarmente bassi. In particolare, secondo la Bussola Mutui, in media per una operazione di mutuo di 140 mila euro della durata di 20 anni, per acquistare un immobile del valore di 220 mila euro, la media trimestrale dei migliori spread per mutui a tasso variabile si è ridotta dallo 0,8% del primo trimestre 2018 allo 0,7% del secondo trimestre 2018. Nello stesso periodo, la media dei migliori spread per mutui a tasso fisso si è ridotta di qualche ulteriore punto base avvicinandosi a valori prossimi allo zero. Situazione resa possibile, evidenzano Crif e MutuiSupermarket.it, anche dal ritardo di revisione dei tassi finiti di offerta sui mutui a tasso fisso da parte delle banche data la volatilità degli indici Irs nel trimestre.

Ripresa dei mutui a giugno

I dati, come si diceva, sono però da leggere in un contesto più ampio, che evidenzia un andamento delle istruttorie attivate per la richiesta di mutui e surroghe da parte di privati e famiglie che dall’inizio dell’anno si è indebolito. Nel primo semestre si è infatti registrato un -4,4% di tali richieste, anche se il dato di giugno ha mostrato un aumento del 3,6%.

Importo medio erogato
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Prezzi degli immobili in calo, compravendite su

Le condizioni favorevoli dei mutui insieme alla situazione dei prezzi al metro quadro degli immobili (scesi nel 2018 dell’1,4%) hanno confermato, secondo l’Agenzia delle Entrate, l’espansione delle compravendite +4,3% nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).

Guardando al trend dei prezzi al metro quadro nel secondo trimestre 2018, a livello geografico, la contrazione maggiore si è registrata nel Centro Italia, con un -4,8% rispetto al secondo trimestre 2017, mentre nelle macro aree Nord Est e Sud e Isole si registrano rispettivamente riduzioni del -2,1% e del -3,0%; l’area Nord Ovest, infine, registra un minore -1,1%.

 Domanda potenziale di case: 2,6 milioni di italiani potrebbero voler accendere un mutuo

“In questa prima fase del 2018, continuano a crescere le compravendite di immobili residenziali e prosegue il lento e graduale miglioramento di tutti gli altri indicatori che caratterizzano il mercato immobiliare delle abitazioni” - commenta Stefano Magnolfi, Executive Director di CRIF Real estate Services. “A questo proposito risulta particolarmente significativo il livello raggiunto dalla domanda potenziale di acquisto di abitazioni, stimata in circa 2,6 milioni di famiglie che nell’80% dei casi dichiarano di dover essere supportate dall’accensione di un mutuo per l’acquisto. Un segnale importante per gli istituti di credito che oggi, dopo alcuni anni in cui si sono adoperati per ripulire i propri bilanci dalle sofferenze, potrebbero avere una maggiore propensione rispetto al passato a rivolgersi verso nuove esposizioni nel comparto immobiliare, pur non abbassando l’attenzione verso l’effettiva capacità di rimborso da parte della clientela”.

Comprare casa come investimento

“A supporto della rinnovata propensione all’acquisto abitativo – aggiunge Magnolfi – è da segnalare anche la crescita di interesse verso l’investimento in seconde case per poterne trarre un reddito, con una quota che è passata dal 6 al 15% nell’ultimo anno. A differenza di quanto emerge nel comparto abitativo, il settore degli immobili non residenziali denuncia invece difficoltà che ancora faticano a venire superate. A questo proposito spicca il dato di una flessione di circa il 40% degli investimenti da parte di operatori professionali nel I semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando invece il resto d’Europa continua il proprio ciclo espansivo, mettendo così in luce la battuta d’arresto nella fiducia degli investitori verso il nostro mercato a fronte di una incerta fase politica ed economica domestica”.

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