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Lagarde alla Bce, quali saranno gli effetti su tassi di interesse e mutui?
Lagarde alla BCE GTRES

Con una mossa che pochi si aspettavano Christine Lagarde è stata nominata nuovo presidente della Banca Centrale Europea. Ma il cambio al vertice della BCE potrà avere degli effetti in termini di politica monetaria e di tassi di interesse e delle conseguenze sui mutui?

La nomina di Lagarde è stata un colpo a sorpresa  per una carica fino al momento riservata ad esperti economisti che avessero già guidato la Banca Centrale nel loro Paese. La prima donna a diventare presidente della BCE è stata anche la prima donna a essere nominata direttrice del Fondo Monetario Internazionale nel 2011 e nel 2007 la prima donna a essere nominata ministro delle Finanze di uno dei Paesi del G8.

Secondo Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket, “Lagarde da questo punto di vista rappresenta una novità assoluta, tanto quanto rappresenterà una forte continuità con la politica monetaria espansiva di Mario Draghi. Negli anni in cui ha guidato il FMI, durante la più grossa crisi finanziaria del secondo dopoguerra, Christine Lagarde ha sempre promosso politiche monetarie fortemente espansive che sostenessero l’economia e l’inflazione durante il necessario percorso di austerità delle politiche fiscali nazionali al fine di rendere sostenibili i debiti nazionali”.

Dello stesso avviso Roberto Anedda di MutuiOnline, secondo cui “rispetto ad altre figure di riferimento che si erano ipotizzate la nomina della Lagarde lascia più spazio alla possibilità che si possa proseguire sulla traccia lasciata da Mario Draghi. Lagarde è una persona di enorme esperienza, ma al di fuori di qualsiasi influenzabilità perché non è emanazione di nessun governo specifico, è una persona che ha avuto a che fare con la crisi mondiale e che quindi è capace di valutare la situazione di un’economia importante come quella europea ed indicare, con autorevolezza, vie alternative rispetto a ciò che è stato fatto finora. Tutto lascia propendere per ulteriori abbassamenti del costo del denaro”.

L’eredità di Mario Draghi alla BCE

Prima di tutto bisognerà pensare a quale sarà l’eredità  di Mario Draghi che finirà il suo mandato il prossimo 31 ottobre. L’attuale presidente ha più volte ripetuto di voler lasciare i tassi bassi ancora a lungo e non è da escludere che nella prossima riunione fissata per il 25 luglio decida di portare i tassi a un livello ancora più basso. L’auspicio è che anche Christine Lagarde continui su questa rotta. L’obiettivo dichiarato di un’inflazione inferiore al 2% è infatti ancora troppo lontano per pensare a una significativa inversione di rotta. Sebbene l’economia europea stia crescendo, infatti, la crescita non è certo ai livelli che si aspettava.

“Ritengo che un unico intervento – prosegue Anedda -  da solo non possa essere sufficiente a risollevare l’economia, ciò che ci si aspetta da una persona di tale esperienza come Lagarde è che continui, nel solco della strategia messa in campo dalla BCE, con un mix di interventi, nuove formule di incentivazione dell’economia, tra queste misure è molto probabile che ci sia un ulteriore taglio del costo del denaro”.

“I mercati – secondo Rossini - sembrano attendersi il mantenimento della politica monetaria espansiva: la curva dei futures sull’Euribor 3 mesi si è abbassata mediamente di 2,5 punti base prevedendo Euribor negativi per i prossimi 4 anni e mezzo e il raggiungimento tra 5 anni di un misero + 0,05%. Questa tendenza è confermata anche dall’andamento dell’indice IRS (tasso cui vengono indicizzati i mutui a tasso fisso) che nella giornata di ieri ha registrato il minimo storico dell’IRS a 20 anni pari allo 0,6% e per l’IRS a 30 anni pari a 0,67% (pari a circa 4 punti base in meno rispetto a ieri). Il mantenimento degli attuali tassi ai minimi storici prolungherà la finestra di opportunità di risparmio offerta dalla surroga e supporterà le banche nella scelta di incrementare le erogazioni di mutuo per investire l’elevata liquidità in finanziamenti con un profilo di rischio molto contenuto”.

Secondo Anedda, “con la nomina della Lagarde la situazione a livello dei tassi di interesse e le sue conseguenze sui mutui può essere stazionaria se non addirittura migliorativa. Fin da marzo, da quando Draghi ha annunciato che i tassi sarebbero rimasti bassi fino al 2020 (e tutto lascia pensare che potrebbe proseguire per più tempo) c’è stata un’inversione di rotta del costo effettivo del denaro nei suoi principali indicatori. L’IRS che valuta il costo del denaro sul lungo termine tutto l’anno scorso avevano oscillato tra 1,30 e 1,60, mentre adesso è precipitato in meno che non si dica allo 0,70, arrivando ai minimi assoluti che avevamo toccato anche se per breve tempo nel 2015. Lo stesso Euribor che era a terra da più di due anni, ai minimi assoluti, addirittura negativi (-0,36-0,37), è sceso a nuovi minimi anche se in questo caso molto contenuti, -0,38 – 0,39) sfiorando quel tasso di -0,40 di tasso di riferimento sui depositi che al momento la BCE ha tenuto fermo".

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