La filiera delle costruzioni è in ottima salute, ma il rischio è nello stop agli incentivi e nella mancanza di piani strutturali
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Conferenza stampa Saie
Saie

Il tema del Superbonus e della sua revisione, come anche quelli della direttiva Ue sulle case “green” e delle opportunità create dal Pnrr saranno necessariamente sul tavolo del prossimo Saie di Bari, la fiera delle costruzioni che si terrà il prossimo 19-21 ottobre 2023 alla Nuova Fiera del Levante. Un’occasione, presentata lo scorso 1 marzo a Milano, che vedrà gli operatori del settore e della filiera confrontarsi sulle nuove sfide e sulle nuove proposte per un comparto che negli anni passati, anche grazie ai bonus, ha goduto di ottima salute.

De Albertis: “Servono incentivi strutturali alle costruzioni”

“Il principio della direttiva UE è condivisibile, - ha commentato da remoto la presidente di Assimpredil Ance, Regina de Albertis, - da tempo parliamo di sostenibilità. La sfida, considerato il patrimonio immobiliare italiano, è importantissima per l'Italia più che per altri Paesi, e sarà vinta solo se ci saranno regole chiare e condivise. Abbiamo visto la confusione sul Superbonus, una misura modificata ogni 45 giorni che ha creato incertezza nelle imprese, fino all'ultimo decreto”.

Un secondo requisito deve essere, secondo de Albertis, il sostegno italiano ed europeo per garantire la fattibilità e sostenibilità economica delle riqualificazioni.

“L'Italia ha un patrimonio immobiliare particolare, - afferma la presidente, - in maggioranza di proprietà ma in maggioranza obsoleto. Il Superbonus è stato pensato come misura temporanea, senza visione di lungo termine; ora serve uno strumento simile ma strutturale”.

Marone: “Proponiamo un piano a lungo termine con la revisione del testo unico sulle costruzioni”

L’importanza del Superbonus è inequivocabile nell’avere spinto gli interventi di riqualificazione  negli anni passati. E’ quindi necessario valutare gli impatti positivi della misura prima di decidere se e come modificarli. La presidente di Federcostruzioni, Paola Marone,  ha condotto una disamina dei numeri positivi innescati dal bonus, sottolineando l’importanza di intervenire in modo contingente sullo sblocco dei crediti incagliati per ridare fiato alle imprese, e a lungo termine per pensare a misure strutturali di incentivo alle costruzioni, per venire incontro agli obbiettivi posti dalla Ue e dal Pnrr.

“Il Superbonus 110% ha generato un impatto economico pari a 195,2 miliardi, di cui 87,7 come effetto diretto, 39,6 come indiretto e 67,8 come indotto, - ha sottolineato Marone citando dati Nomisma. -  Non si comprende quindi la motivazione che ha portato il Governo a sopprimere il meccanismo della cessione dei crediti e dello sconto in fattura, rendendo di fatto inutilizzabile l’incentivo nel settore dei condomini, quello più complesso. E se non si sbloccano i crediti incagliati si rischia per fallimento di 32mila imprese e la perdita di oltre 175.000 posti di lavoro. Senza una soluzione a questo problema e senza un ritorno al meccanismo della cessione il rischio è quello di una recessione già per il 2023. La nostra proposta è di piano a lungo termine regolato da un nuovo quadro normativo con la revisione del testo unico delle costruzioni”.

La filiera delle costruzioni in Italia

Secondo quanto evidenziato durante la presentazione di Saie, la filiera è in buona salute. Nel 2022 le costruzioni hanno determinato 1/3 della crescita del PIL italiano (+3,9%), con un aumento sia degli investimenti (+12,8%, dati ISTAT), sia del valore della produzione (+5,3%, dati Ance). Di vitale importanza, in questo scenario, è stato l’apporto del Superbonus 110: dall'inizio del provvedimento a gennaio 2023 si regstrano investimenti complessivi per 65,2 miliardi di euro. Addirittura, stando alle rilevazioni Nomisma, con i bonus è stato generato un impatto economico per 195,2 miliardi, di cui 87,7 miliardi come effetto diretto, 39,6 miliardi come effetto indiretto e 67,8 miliardi come indotto. Ammontano, invece, a 19 miliardi i crediti incagliati: un fattore che mette a rischio fallimento 32.300 imprese171.000 occupati e 114.000 interventi.

Secondo Ance, raggiungere il primo step della direttiva Ue significherebbe intervenire su 1,8 milioni gli edifici che in 10 anni dovranno migliorare la prestazione energetica, per un totale di circa 180.000 interventi l’anno con un investimento di circa 59 miliardi di euro tra la riqualificazione degli immobili residenziali e strumentali.

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