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Usa real estate
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Dopo soli dieci anni dalla crisi dei mutui subprime, ora gli Stati Uniti rischiano una nuova bolla? Perché si sta assistendo a questo scenario? Vediamo cosa ne pensano in merito gli analisti svizzeri di Notz Stucki Asset Management.

Il rischio immobiliare, secondo un articolo del Financial Times citato da Notz Stucki, sarebbe collegato negli Usa alla situazione dell’inflazione. L’ultimo aggiornamento dell’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) mostra infatti come i prezzi degli affitti stiano crescendo ad un ritmo molto più alto rispetto a quelli dei beni e servizi.

Come mai? Nell’ultimo decennio, spiega la nota degli analisti ginevrini, le politiche monetarie accomodanti hanno sostenuto il valore degli immobili, ma non sono state in grado di creare significativa offerta o, comunque, sufficiente domanda di nuove costruzioni. Questo per almeno due motivi:

  • l’incremento dei prezzi delle case non è stato in linea con la crescita dei salari. Una situazione che la Federal Reserve ha esasperato, sebbene non intenzionalmente, attraverso bassi tassi di interesse e Quantitative Easing, spingendo alle stelle i prezzi delle case soprattutto nelle città dove gli stipendi sono più alti.
  • l’aumento considerevole dell’ammontare di debito accumulato dagli studenti per potersi permettere di andare al college. Per tale ragione molti di essi, anche dopo aver terminato il percorso di studi, non hanno la possibilità di acquistare case, causando di conseguenza una riduzione della domanda e un aumento degli affitti in modo spropositato, togliendo la possibilità al paese, in ultima analisi, di creare nuova ricchezza in termini di proprietà immobiliari.

Tale situazione, notano da Notz Stucki, non è nemmeno solo tipica degli Usa, ma anche di altre realtà internazionali: Hong Kong, Londra, Parigi e Singapore. Negli Usa, però, i prezzi del real estate hanno cominciato a vacillare nelle cosiddette città “bolla”, come New York, che storicamente anticipano un crollo su scala nazionale.

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