
Il mercato immobiliare di Bali sembra destare sempre più interesse, grazie soprattutto ai potenziali rendimenti tra il 10% e il 15% annuo. In particolare, le zone maggiormente richieste per rendimento e sviluppo sono Canggu, Seminyak, Uluwatu e aree emergenti come Nyanyi e Bingin. Il boom economico che sta registrando questa isola dell’Indonesia, grazie soprattutto al turismo in crescita, sta alimentando un’aspettativa di Roi (Return on Investment) elevata. Ma, come evidenziato da Bali Holiday Properties, realtà immobiliare balinese, chi vuole investire nel real estate del posto deve conoscere le regole locali e gestire l’investimento con conoscenza, consapevolezza e cautela.
Come funziona il mercato immobiliare balinese
Secondo quanto sottolineato da Francesca Rizzo e Michele Porinelli, founder di Bali Holiday Properties, “il mercato balinese opera seguendo delle dinamiche normative ben diverse da quelle italiane”.
In particolare, come spiegato, “per gli stranieri vige il divieto sul diritto di proprietà (freehold), in quanto non possono possedere direttamente terreni”. Di conseguenza, “l’opzione più comune applicabile a chi non risiede stabilmente in Indonesia è il leasehold, ovvero un diritto d’uso temporaneo del terreno, con possibilità di estensione, ma non un possesso illimitato. Ciò significa che, al termine del periodo, la proprietà può tornare al proprietario originario, se il rinnovo non è garantito”.
I rischi del mercato immobiliare di Bali
Per quanto riguarda i possibili rischi che può incontrare un investitore inesperto, hanno precisato Rizzo e Porinelli, bisogna fare attenzione al ricorso ai “nominee” o a figure intermediarie rischiose. In pratica, nel tentativo di aggirare la normativa balinese, viene intestato il terreno a cittadini indonesiani (nominee). Attenzione però, come sottolineato dai founder di Bali Holiday Properties, “questo approccio espone al rischio che il ‘proprietario formale’ rivendichi il bene, che sorgano contenziosi o che la struttura sia dichiarata illegittima”.
Non solo. Per poter sfruttare una proprietà come villa per affitti turistici servono permessi edilizi e licenze commerciali locali. L’assenza o l’irregolarità di questi documenti può invalidare l’attività o rendere l’investimento improduttivo.
C’è poi il rischio truffe. In questo caso, gli investitori rischiano di perdere i depositi, di vedere i propri immobili venduti più volte, di incorrere in firme false, notai compiacenti e contratti nulli.
Alcuni consigli pratici
A cosa prestare dunque attenzione per poter effettuare un investimento sicuro e redditizio nel breve-medio termine? Rizzo e Porinelli suggeriscono di “fare affidamento a società locali, che siano competenti e dal business consolidato, assicurandosi in primis che venga offerto un supporto concreto e contrattualizzato in tutte le fasi dell’investimento, dalla scelta della proprietà, fino alla sua gestione e messa a reddito”.
In particolare, “la realtà prescelta dovrà supportare l’investitore in numerose attività cruciali per la buona riuscita dell’investimento stesso: dal marketing, alle prenotazioni, dalla manutenzione e pulizia, ai servizi di accoglienza e gestione degli ospiti, fino all’assistenza legale e all’ottemperanza di tutte le questioni normative locali”.
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