Il Senato di Berlino ha deciso di prorogare la legge sul controllo degli affitti a livello cittadino per altri quattro anni. Come annunciato nei giorni scorsi dalla Cancelleria del Senato, la legge entrerà in vigore il 1° gennaio 2026 e rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2029, in linea con la proroga approvata dal Bundestag per la legge federale Mietpreisbremse.
La normativa federale Mietpreisbremse (controllo degli affitti) è in vigore dal 2015 e stabilisce che nei nuovi contratti i proprietari non possono fissare un prezzo superiore al 10% del canone medio locale nelle "aree a rischio". Ma i dati ne rivelano la limitata efficacia: secondo il Ministero dell'Edilizia tedesco, i prezzi degli affitti nelle 14 città più grandi sono aumentati di quasi il 50% dal 2015.
La legge esclude le abitazioni di nuove costruite a partire dal 2014 e i contratti in vigore dal 2015, mentre richiede ai proprietari di giustificare i prezzi che superano il limite di legge. Nonostante consentano richieste retroattive a partire dal 2019, la debolezza dei meccanismi di controllo ne ha limitato l'impatto effettivo.
Nel 2020, Berlino ha tentato una misura più drastica con la legge Mietendeckel, che ha congelato i prezzi ai livelli del 2019 e ne ha vietato gli aumenti per cinque anni, anche per i contratti in essere. La Corte Costituzionale l'ha però dichiarata incostituzionale nel 2021, costringendo la capitale a tornare alle normative federali.
Soluzione definitiva o temporanea?
La Ministra della Giustizia, Stefanie Hubig (SPD), sostiene che gli inquilini "meritano di essere protetti contro aumenti incontrollati" e annuncia nuove misure riguardanti gli affitti indicizzati e gli appartamenti ammobiliati. Ma il portavoce della CDU/CSU Jan-Marco Luczak riconosce che la soluzione definitiva risiede nella "semplificazione della costruzione di nuove abitazioni", descrivendo gli attuali controlli come "uno strumento per la transizione".
Con questa proroga, Berlino si assicura altri quattro anni di regolamentazione, mentre il dibattito tra controllo dei prezzi e aumento dell'offerta continua a dividere i politici e il settore immobiliare.
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