Il nostro paese ha bisogno di un pronto intervento fatto di riforme e serietà per evitare la catastrofe. È quanto scrive the economist, il prestigioso settimanale inglese che manifesta questa settimana tutte le preoccupazioni al riguardo delle prossime elezioni fine febbraio
Nell'ultimo rilevamento sul pil dell'eurozona, oltre ai dati negativi delle solite spagna, portogallo e grecia, abbiamo assistito all'ingresso in recessione di francia e germania. Ma a stare peggio di tutti è proprio l'Italia, la cui contrazione è la più preoccupante. E mentre ci avviciano alle elezioni parlando di imu, tutta l'europa sta con il fiato sospeso aspettando i risultati
Il disprezzo dell'economist per silvio berlusconi è noto e viene da lontano, così come l'ammirazione per mario monti. Eppure a londra sanno che per l'ex tenico il pieno passaggio alla politica non è riuscito bene
Le zavorre italiane sono ancora troppe: giustizia lenta, troppe tasse sul lavoro, spesa pubblica mal impiegata, interessi corporativi troppo forti (farmacisti, notai, tassisti, ecc.)
Ma non mancano le note positive che ci danno un potenziale più elevato che in altri stati: deficit relativamente sotto controllo, sistema bancario meno compromesso che altrove, basso indice di indebitamento privato e il fatto di non aver sofferto una bolla immobiliare
Secondo il settimanale l'Italia avrebbe dei margini altissimi di migliorare le proprie performance economiche in breve tempo, se solo adottasse le scelte giuste. In particolare, secondo uno studio citato dell'fmi, con una adeguata riforma del mercato del lavoro emergerebbe la potebnzialità delle nostre imprese, facendo aumentare del 5,7% in 5 anni il pil e del 10,5% in dieci
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