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In questi giorni si parla molto del temuto aumento dell'iva dal 21 al 22% e del suo effetto sui consumi. Ma un'inchiesta della voce mette in evidenza che ritoccare l'iva ha conseguenze meno regressive di quanto si pensi. Ed è addirittura da preferirsi ad un aumento delle accise sui carburanti o della tassazione sugli affitti

Generalmente si considera che l'iva, che è un'imposta sui consumi, oltre a deprimere gli stessi ha anche effetti regressivi. Questo perché essendo indipendente dal reddito delle persone finisce per colpire i meno abbienti. Ma non è poprio così. Una tabella contenuta nel rapporto istat sulla sitazione del paese 2013, evidenzia come le famiglie con un reddito minore - quelle classificate come primo quinto- utilizzano il 38% della loro spesa a beni e servizi colpiti con iva al 4 o al 10%, mentre solo un quarto a quelli colpiti dall'iva al 21%. Situazione opposta per le famiglie più ricche, che spendono quasi il 40% del loro paniere in beni e servizi tassati con l'iva più alta

E se l'aumento dell'iva colpisse i più ricchi?

 Da ciò si evince che una famiglie che spende in media 20.000 euro l'anno, subirebbe un aumenot di circa 52 euro l'anno, mentre un'altra che spende in media 40.000 euro arriverebbe ad avere un aggravio di 156 euro l'anno

Secondo l'analisi, se quindi è comunque auspicabile evitare l'aumento dell'iva, questo deve essere accompagnato da un taglio della spesa pubblica. Se invece si ritoccassero, ad esempio, ancora una volta, le accise sui carburanti o la tassazione sugli affitti, si finerebbe per gravare su beni che costituiscono un quarto del paniere per le famiglie più povere e solo un quinto di quelle più ricche

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3 Commenti:

23 Maggio 2013, 14:22

Giustissimo!

23 Maggio 2013, 14:33

In reply to by ciriola (not verified)

Ti chiedo di spedificare cpsa è per te giustissimo.

Io trovo giustissimo che i più ricchi contribuiscano di più alle esigenze del paese.

Chi si scompra le scarpe da 200-500 euro può anche pagare un pò di iva in più senza lamentarsi.
Una volta c'era l'iva al 30% sui beni di lusso.
I politici-ricchi la hanno eliminata.

27 Maggio 2013, 10:59

In reply to by ciriola (not verified)

Non è mica tanto giusto.
Se infatti consideriamo una media del 7% dell'iva pagata sulla spesa dei meno abbienti, l'1% sul un prezzo finale del 107% equivarrebbe ad un aumento dello 0.93%
Per coloro che invece spendono maggiormente in beni con iva al 21% l'aumento della tassazione sarebbe pari allo 0.82%
È inoltre da considerare che la classe meno abbiente dovrebbe comunque farsi carico anche degli aumenti dei costi di distribuzione perché il prezzo del carburante è pari alla somma del costo alla produzione + accise e a tutto questo verrebbe applicato il 22% di iva, senza poi tenere in conto del fatto che, trattandosi dell'Italia, ciò darebbe vita ad una serie di aumenti indiscriminati

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