Il rapporto "scenari economici" del centro studi di confindustria non lascia adito a dubbi. La recessione è finita, ma "l'Italia si presenta alle porte del 2014 con pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra". Quello dipinto da viale dell'astronomia è un quadro a tinte fosche: i poveri e i senza lavoro sono raddoppiati
Nell'analisi del centro studi di confindustria si è sottolineato che "l'uso del termine ripresa per descrivere il probabile aumento dell'attività produttiva e della domanda interna nel prossimo biennio è per molti versi improprio". Perché "la profonda recessione dell'economia italiana, la seconda in sei anni, è finita, ma i suoi effetti no"
Quello che ci attende è un percorso di risalita lento e difficile, dove "la ridotta capacità produttiva rappresenterà una zavorra nella fase di ripartenza". Confindustria ha evidenziato il fatto che l'Italia "ha subito un grave arretramento" ed è diventata "più fragile anche sul fronte sociale"
Quest'anno l'andamento del pil italiano resterà negativo a -1,8%, nel 2014 risalirà a +0,7, mentre nel 2015 la crescita del prodotto interno lordo dovrebbe attestarsi a +1,2% nel 2015
Ma c'è un modo per dare una spinta all'economia? sì, con le riforme. Nel rapporto si legge: "secondo uno studio del fmi, se pienamente attuati, gli interventi varati nel 2011 e 2012 possono elevare di un punto di pil percentuale la crescita dell'Italia". Non solo. È necessario riallocare le "risorse a favore della competitività e della domanda interna". Eliminando poi "il pesante fardello della tassazione accompagnata ad una altissima evasione" diventerebbe possibile "tagliare e mettere le aliquote" facendo confluire nelle tasche dei dipendenti 1.415 euro e in quelle delle imprese 1.711 per addetto
Per quanto riguarda il "lavoro", nel 2014 dovrebbe "arrestarsi l'emorragia occupazionale", il tasso di disoccupazione dovrebbe stabilizzarsi oltre il 12% e le retribuzioni dovrebbero mantenere il potere d'acquisto. Per quanto riguarda poi l'obiettivo dei conti pubblici, "l'andamento dell'economia fa centrare l'obiettivo dei conti pubblici fissato per il 2014 (con il deficit al 2,7% del pil) non quello per il 2015 (2,4%)"
Secondo poi il rapporto del centro studi di confindustria, "il debito pubblico, al netto dei sostegni europei e in rapporto al pil, sale ancora nel 2014 (al 129,8%) per poi iniziare a flettere nel 2015 (128,2%). Una flessione tutta dovuta a un punto di privatizzazioni e dimissioni omogeneamente distribuiti". Mentre la pressione fiscale scenderà "marginalmente nel 2014 (43,9% del pil) dopo aver toccato il record nel 2013 (44,3%)"
1 Commenti:
Confindustria sempre pronti contro articolo 18
In un mondo di precari loro a chiedere flessibilità
Basta !
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