Una zona particolarmente ricca ma dove il mercato immobiliare di fascia alta è Fermo, mentre resta stabile anche se non entusiasmante quello di bilocali e trilocali. L’ottimismo però non manca, guardando al 2014, nelle parole di Roberto Ciliberti, che guida l’agenzia immobiliare Remax di Arcore, in Brianza
Domanda. Qual è la situazione del mercato nella zona coperta dalla sua agenzia?
Risposta. Lavoriamo nella zona a nord di Monza, che oltre ad Arcore comprende altri piccoli centri come Casatenovo e Correzzana. Per quanto riguarda gli immobili di fascia alta, e quindi le ville di valore sui 600 mila euro, il mercato è Fermo. Per quanto riguarda bilocali e trilocali c’è invece una discreta richiesta, ma la nostra sensazione è che la gente cerca casa in zone in cui c’è qualche servizio in più, e là gli affari per i nostri colleghi in effetti vanno meglio. Basta avvicinarsi a Milano e il mercato acquisisce dinamismo, e qualsiasi immobile genera più contatti, a prescindere dalla chiusura dell’affare.
D. Qual è il prezzo medio di un trilocale?
R. Per il nuovo, in classe energetica a, siamo sui 2.000 euro al metro quadro, mentre l’usato è a 1.700
D. Qual è la caratteristica di questo mercato in relazione al panorama nazionale?
R. La tendenza di chi compra è l’interesse per gli immobili di costruzione recente, anche se non nuovi, diciamo costruiti negli ultimi dieci anni. Le case anni ’60 e ’70 invece sono in difficoltà, anche se paradossalmente in questi casi le trattative sono più facili perché gli immobili costruiti in quegli anni hanno comunque avuto certa rivalutazione, mentre con quelli più nuovi, se il venditore vuole chiudere l’affare, deve rinunciare a una parte di ciò che ha speso
D. Quali sono le difficoltà più comuni in trattativa?
R. La crisi non è ancora passata e il prezzo continua a essere un elemento fondamentale. Per gli acquirenti l’accesso al credito non è più tanto il problema numero uno, quanto la paura di perdere il lavoro
D. Chi è l’acquirente tipo?
R. Non c’è, la platea di compratori è eterogenea: dal giovane che cerca la prima casa fino al separato che deve riallocarsi. C’è un po’ di tutto. C’è anche qualche piccolo investitore, con disponibilità di liquidità, che cerca l’affare per metterlo a reddito.
D. Quali sono le vostre strategie di vendita in questo momento difficile?
R. Dalla parte dei venditori, individuiamo solo clienti veramente motivati: che non cerchino uno sfizio ma che siano veramente intenzionati a vendere. Per quanto riguarda i clienti cerchiamo solo gente che abbia reale disponibilità economica, è inutile perdere tempo con gli appuntamenti se poi scopriamo che non c’è base economica sufficiente. Seppure una banca è disposta ad erogare fino al 70% del credito, significa che l’acquirente deve avere in tasca il restante 30%
D. Come e quanto internet ha cambiato il vostro lavoro?
R. Da due anni abbiamo abbandonato le pubblicazioni cartacee, ma abbiamo lasciato i volantini a carattere locale perché non è il 100% della clientela che usa il web. Credo che internet porti molti di noi a sbagliare, ad essere un po’ passivi, nel senso che l’immobile si mette su portali e poi si aspetta. Così non va bene, perché non basta. Non è il virtual tour, né le foto, a fare vendere una casa, il web deve essere solo un gancio per altre attività. A volte i contatti girati dal web sono di qualità discutibile e devono esserci campagne di vendita in modalità diverse
D. Quali prospettive immagina per il 2014?
R. Come fatturato, prevediamo un anno in linea con il 2013, che con 550mila euro è stato buono. Vorremmo attestarci su quella cifra. Per il resto i nostri consulenti vanno rianimati, perché con la fatica che fanno si rischia di vederli in depressione. Per quanto riguarda i clienti la lotta è sempre sulle aspettative: non è vero che non c’è mercato, il problema è ancora la distanza la posizione dei venditori e quella degli acquirenti. Comunque, un minimo di ottimismo mi sembra di vederlo
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