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“l’alta densità urbana media delle città italiane, così come la cultura mediterranea che tende a vedere la casa come un rifugio, come qualcosa di non condivisibile, sono elementi critici per la diffusione della cultura e dei servizi dell’abitare collaborativo – ha spiegato a idealista news Alessandro maggioni, presidente di federabitazione-confcooperative – però qualche segnale positivo c’è: non c’è più la resistenza alle caldaie centralizzate, sempre più richieste, o ad esempio è aumentata la nascita spontanea dei gruppi di acquisto solidale”

Tra i relatori di experiment days, prima fiera italiana dell'abitare collaborativo, maggioni spiega come “l’abitare collaborativo è una scelta che contrasta il sempre più diffuso individualismo e mette in gioco fattori che superano la sfera sociale  lo scambio strumentale dei servizi condivisi infatti non è ispirato esclusivamente dalla solidarietà, anzi, è solo il punto di partenza per la creazione di una rete, di persone, idee, soluzioni”

La prima edizione italiana di experimentdays ha offerto ai visitatori l’opportunità di incontrare ed esplorare le eccellenze già raggiunte e le start up più promettenti nel campo dell’abitare collaborativo, rispondendo alle esigenze di chi vuole avere uno stile di vita più sostenibile, basato sulla condivisione delle risorse e delle conoscenze

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