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Previsioni per il mercato immobiliare dopo il rialzo dei tassi Bce e le dimissioni di Draghi
Maurizio Liuti, Responsabile Comunicazione Crif

Continua l’indagine di idealista/news per cercare di comprendere come possa cambiare il mondo dellimmobiliare residenziale dopo i recenti avvenimenti, ovvero la crisi di governo e l’aumento dei tassi di interesse, che si aggiungono ad un contesto di inflazione e di incertezza generalizzata. Maurizio Liuti, responsabile comunicazione di Crif, fa il punto della situazione.

“Gli eventi recenti non hanno ancora causato spostamenti drammatici, - nota Liuti. - Il dato di fondo è che dopo la pandemia il mercato immobiliare era in ripresa come anche i prezzi al metro quadro, mentre il mercato dei mutui andava letto in maniera più puntuale. Il comparto include infatti anche le surroghe, che hanno fatto registrare rallentamenti pesanti negli ultimi tempi, mentre a livello dei nuovi mutui le performance erano comunque positive”.

Quali sono le conseguenze del rialzo dei tassi sui mutui?

Il rialzo dei tassi era previsto, ma ciò che non era previsto era l’incidenza sulla domanda degli under 36, che ha provocato un sostanziale blocco dei finanziamenti su quel segmento che era più vitale. Per i maggiori di 36 anni il rialzo tassi viene meglio assorbito, mentre così non è per chi ancora ha situazioni professionali stabili, il che si potrebbe ripercuotere sugli acquisti.

Il comparto era sostenuto dalla domanda degli under 36 che tuttavia, con il rialzo dei tassi, potrebbe rallentare a causa della minore convenienza degli istituti di credito ad erogare questo tipo di finanziamenti. Nel complesso nel mercato questo genere di situazioni è destinata a consolidarsi.

Come impattano invece le dimissioni di Draghi sull’immobiliare italiano?

Le dimissioni di Draghi mettono in forse una serie di riforme e creano incertezza. Storicamente in momenti di incertezza le famiglie tendono a tirare il freno a mano, soprattutto quando sono a rischio le situazioni reddituali e lavorative. In queste situazioni la scelta di comprare casa o di stipulare un mutuo sistematicamente rileviamo che si sospenda. Se l’incertezza si consoliderà a maggior ragione il timore è quello di una frenata del mercato in scia ad una maggiore prudenza delle famiglie. Ciò malgrado la rischiosità del mercato dei mutui sia stata molto contenuta anche nell’immediato post pandemia, grazie anche a provvedimenti quali la moratoria mutui, che ha consentito di ridurre il rischio di contrarre un prestito.

Com’è l’offerta di mutui in questo momento?

Relativamente all’offerta bancaria, come dicevamo, da un lato rileviamo il congelamento dell’offerta per gli under 36, dall’altro la tipologia dei finanziamenti si sta trasformando. In particolare si sta moltiplicando l’offerta di prodotti a tasso variabile con cap, che possono risultare più appetibili per le famiglie in questo momento.

Conviene ancora surrogare il mutuo?

Il tema delle surroghe è stato molto rilevante negli ultimi anni ed è stato sfruttato molto: tendenzialmente chi doveva approfittarne lo ha già fatto per migrare a mutui a tassi fissi date le condizioni estremamente favorevoli. Oggi sono rimasti davvero pochi i mutui che potrebbero essere surrogati in modo più conveniente.

Oggi è ancora un buon momento per comprare casa?

Quando ho comprato casa io, il mutuo era al 17 per cento, per cui dal mio punto di vista potrei dire che oggi è ancora un buon momento per comprare casa, confronto alla situazione di qualche anno fa. È vero che stiamo passando da tassi zero a un 3-4 per cento, ma si tratta ancora di livelli accettabili di costo per un finanziamento di acquisto casa. Un altro aspetto è quello che, durante le fasi di incertezza, il numero di compravendite sostenute da risparmi propri invece che da mutui tende ad aumentare. Se una famiglia ha bisogno di comprare casa in un momento poco propenso, spesso affronta questo investimento facendo appello ai fondi propri e dei propri parenti per poter affrontare questa spesa. E si tratta di una pratica più diffusa di quanto si sappia, circa la metà delle compravendite, un modo per assicurarsi un investimento e per allocare i propri risparmi.

Quali sono le previsioni Crif per le compravendite 2022?

Per l’anno in corso il livello delle compravendite che ci attendiamo arrivano circa alle 700 mila. Si tratta di una fase però così particolare che dare un’indicazione precisa è anche complicato. In ogni caso il livello indicato sarebbe superiore alla media degli ultimi 15 anni, che viaggia intorno alle 550 mila.

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