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L’inflazione pesa sul residenziale. La maggioranza degli agenti (circa il 70%) prevede nei prossimi dodici mesi un effetto diretto e negativo dell’inflazione al consumo sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita. A dirlo il sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia relativo al terzo trimestre 2022 e realizzato da Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate. Per l’indagine sono stati raccolti i giudizi, i dati e le valutazioni presso 1.463 agenti immobiliari dal 21 settembre al 21 ottobre 2022. 

Il sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia riguarda l’andamento recente e le prospettive a breve termine del mercato degli immobili residenziali. 

I prezzi

Secondo quanto emerso, nel periodo luglio-agosto-settembre 2022 continuano a prevalere segnali di stabilità nei prezzi delle abitazioni (67,7% degli operatori del settore), “ma il saldo tra i giudizi che guardano ad un rialzo futuro delle quotazioni rispetto a coloro invece pronosticano un ribasso dei listini risulta ridotto rispetto alla precedente indagine”. L’indagine ha evidenziato una crescita tra gli agenti immobiliari delle attese di un calo dei prezzi per il quarto trimestre – ottobre-novembre-dicembre 2022 – che proseguirà nel 2023. 

Il sondaggio ha poi evidenziato che i tempi di vendita, seppur sempre vicini ai minimi storici, di recente si sono allungati. È inoltre lievemente aumentato lo sconto medio rispetto al prezzo richiesto. Secondo gli operatori c’è stato un peggioramento delle condizioni sul lato della domanda, nel dettaglio i giudizi sulla riduzione dei potenziali acquirenti prevalgono sulle valutazioni che prevedono un loro aumento. Ma non solo: è divenuta ancora più negativa la differenza tra la percentuale di operatori che segnalano un incremento dei nuovi incarichi a vendere e coloro che ne indicano una diminuzione. È poi tornato a crescere lo sconto medio rispetto al prezzo iniziale proposto da chi vende, passando dal +8 al +8,4%. 

A quanto pare, domanda e offerta non si incontrano. Secondo gli operatori, infatti, circa metà degli agenti ritiene che le cause prevalenti di cessazione dell’incarico sono dovute al valore delle offerte ricevute ritenute dai venditori troppo basse o troppo alte dai potenziali compratori.

Gli affitti

Per quanto riguarda invece gli affitti, i canoni di locazione che aumentano prevalgono nettamente su quelli che si riducono, soprattutto nelle aree non urbane. Le attese degli agenti sono di ulteriori rialzi dei canoni anche nel quarto trimestre.

I mutui

Sul fronte mutui, il finanziamento per acquistare un immobile è sempre lo strumento preferito. L’indagine ha evidenziato che il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è marginalmente aumentato, al 79%, il valore più alto dall’inizio della rilevazione. 
 

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