Pubblicato il consueto sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia
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Secondo il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni condotto da Bankitalia e relativo al IV trimestre del 2022,  le valutazioni di diminuzione dei prezzi delle abitazioni hanno leggermente superato quelle di aumento, per la prima volta dalla metà del 2021, anche se quasi due terzi degli operatori continuano ad attendersi prezzi stabili. Sono inoltre risultate più diffuse le attese di un calo delle quotazioni per il trimestre in corso.

Secondo l'indagine condotta presso 1446 agenti immobiliari dal 9 gennaio al 3 febbraio 2023, sebbene la percentuale agenzie che hanno venduto almeno un’abitazione abbia raggiunto un nuovo massimo dall’inizio della rilevazione nel 2009, i nuovi incarichi a vendere si confermano in flessione e i giudizi di riduzione del numero dei potenziali acquirenti continuano a prevalere su quelli di aumento, anche se in misura inferiore rispetto al trimestre precedente. I tempi di vendita e lo sconto medio sul prezzo richiesto dal venditore sono lievemente aumentati.

Prezzi abitazioni 2023
Sondaggio congiunturale prezzi delle abitazioni

Come sta andando il mercato immobiliare in Italia?

Le attese delle agenzie per il trimestre corrente rimangono sfavorevoli riguardo al proprio mercato di riferimento: il saldo tra attese di miglioramento e di peggioramento si è portato a -25,6 (da -28,1 nell’indagine precedente. Prevale il pessimismo anche riguardo al mercato nazionale e su un orizzonte biennale. Le attese di diminuzione dei nuovi incarichi a vendere nel trimestre in corso continuano a prevalere su quelle di aumento (per 14,3 punti percentuali), sebbene in misura più contenuta rispetto alla rilevazione precedente.

Come sarà il prezzo delle case nel 2023?

Con riferimento al IV trimestre del 2022 è scesa, pur rimanendo preponderante, la quota di operatori che esprimono giudizi di stabilità delle quotazioni immobiliari (a 64,9 per cento, da 67,7 nella rilevazione precedente). Il saldo fra i giudizi di aumento e riduzione dei prezzi è tornato negativo per la prima volta dal II trimestre del 2021 (a -0,9 punti percentuali, da 4,3 nel III trimestre 2022.

Più della metà degli agenti indica come causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere il valore delle offerte ricevute ritenuto troppo basso dal venditore o i prezzi richiesti giudicati troppo elevati dai compratori. È aumentata di 3,3 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, portandosi al 28,2 per cento (il valore più alto dalla fine del 2015), la quota di operatori che segnalano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirent

Si è ulteriormente ampliato il saldo negativo fra attese di aumento e diminuzione dei prezzi di vendita, (a -15,0 punti percentuali). In media le attese degli agenti sull’inflazione al consumo in Italia si collocano al 7,8 per cento nei prossimi 12 mesi (da 8,1 nella rilevazione precedente) . Per circa due terzi degli operatori l’andamento dei prezzi al consumo inciderà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita.

Canoni di affitto in aumento

La percentuale di operatori che hanno dichiarato di aver locato almeno un immobile nel IV trimestre è rimasta stabile a circa il 77 per cento. I giudizi di aumento dei canoni di affitto prevalgono nettamente su quelli di riduzione, con un saldo più ampio rispetto all’indagine precedente (36,3 punti percentuali, il valore più alto dall’inizio della rilevazione, da 31,9). Appaiono in rialzo anche le attese sui canoni di locazione per il trimestre in corso (con un saldo pari a 34,5 punti, da 21,8).

 

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