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Alessandro Ponti
idealista/news

La direttiva Ue sulle Case Green approvata lo scorso 12 marzo si appresta a diventare legge nei Paesi dell’Unione, rappresentando una sfida per l’edilizia, per la tutela dell’ambiente, e anche per il legislatore, che ha due anni di tempo per recepire la direttiva con normative nazionali. Per cercare di capire quale sarà il reale impatto della norma sul mercato immobiliare, idealista/news ha  consultato Alessandro Ponti, presidente di Harley&Dikkinson, azienda specializzata in riqualificazioni edilizie fondata nel 2003.

“La direttiva sulle cosiddette Case Green offre all’Europa la possibilità di rilanciare la propria economia industriale nel mondo dell’edilizia, - spiega Ponti. - Lo abbiamo constatato in questi anni in Italia. Nell’ultimo periodo l’edilizia italiana ha avuto un boom eccezionale, con grandi novità e innovazioni dal punto di vista tecnologico e operativo”.

Quale sarà l’impatto della direttiva Case Green sull’edilizia?

Credo che la direttiva avrà un impatto molto positivo. Già negli ultimi anni

grazie alla “corsa all’ambiente” innescata dall’Europa abbiamo potuto sviluppare prodotti prima inimmaginabili

dal punto di vista tecnico, come vernici che assorbono Co2 o pompe di calore super efficienti. Grazie al grande sviluppo di questi anni, le nostre aziende sono pronte anche ad esportare la tecnologia green nel mondo quindi avremo una grande spinta al mercato.

Quali saranno le ripercussioni dal punto di vista ambientale?

La direttiva affronta un problema con cui è doveroso confrontarsi: occorre ricordare che in Europa il 37 per cento degli agenti inquinanti provengono dai condomini residenziali, e in Italia la percentuale sale al 40 per cento, a causa anche della Pianura Padana che è una delle zone più inquinate d’Europa. Ovviamente la direttiva va applicata con dei distinguo, e del resto già il testo della norma esclude edifici particolari come quelli di valore storico, le case d’epoca o le attività militari.

Parlando di maggiori costi da sostenere, quali saranno invece i “contro” di questa direttiva?

Sicuramente avremo degli aumenti di costo, ma non lo considererei un contro. Mi spiego: prima dell’avvento dei vari bonus, in Italia il mondo dell’edilizia era piuttosto sregolato. Ora sono nati regolamenti e requisiti da rispettare, che vincolano gli operatori a rispettare determinati parametri di qualità e di legalità, a partire dai materiali utilizzati, la cui qualità va certificata, e a finire con il pagamento di chi realizza i lavori, che va fatto in modo regolare, con tasse, contributi e Iva versate correttamente. Ovviamente tutto questo si traduce in un aumento di costi, ma

è preferibile pagare qualcosa in più se poi si è sicuri di avere un intervento di riqualificazione fatto nel rispetto di tutti i parametri di qualità

e, come cliente, di essere al sicuro da ogni problema in caso avvenga, ad esempio, un sinistro.

Come la direttiva Case Green influenzerà il mercato immobiliare?

L’impatto della direttiva Case Green sul mercato immobiliare sarà importante, anche per delle ricadute indirette dal punto di vista finanziario. Bisogna infatti sapere che, quando una banca concede un mutuo, quest’ultimo viene poi cartolarizzato e rivenduto sui mercati finanziari. Ma un mutuo che non abbia come sottostante un bene con determinate caratteristiche Esg non viene accettato dal mercato: quindi

le banche tendono a concedere mutui per importi inferiori quanto più bassa è la classe energetica dell’edificio da acquistare.

Ecco che questo stimola gli acquirenti di case a selezionare abitazioni a più alta classe energetica, o a stipulare mutui per la riqualificazione energetica delle case, lasciando ai margini gli edifici meno a norma.

Come reagiranno gli operatori del settore alla direttiva Case Green?

Già molti operatori si sono specializzati con gli ultimi bonus, quindi continueranno a svolgere il proprio lavoro bene e con continuità. Ci sarà però una flessione del mercato, perché, usciti dall’euforia del Superbonus, in assenza di nuovi stimoli il rischio potrebbe essere una frenata importante. Ma credo che il settore poi ripartirà, anche velocemente.

Quali risposte potrebbe dare il Governo in vista dell’applicazione della Direttiva Case Green?

Il governo ha deciso di sospendere il Superbonus perché evidentemente registrava un peso sulle casse statali. Un modo alternativo per stimolare la riqualificazione energetica senza aggravi per lo Stato potrebbe essere istituire un finanziamento a 25 anni ad un tasso dell’1-1,5 per cento e utilizzarlo, in aggiunta ai crediti di imposta ancora da utilizzare, per finanziare gli interventi green. Questo rilancerebbe l’edilizia senza nessun danno per lo Stato.

Come Harley&Dikkinson si è attrezzato per gestire le richieste della direttiva Case Green?

Harley&Dikkinson esiste dal 2003 e ha visto l’evoluzione dei bonus per la ristrutturazione negli anni. In particolare sono quasi tre anni che stiamo lavorando sul tema della riqualificazione energetica: la nostra idea è che il cittadino abbia bisogno di garanzie, come anche il sistema finanziario, le imprese e lo Stato. Nei nostri interventi cerchiamo quindi delle soluzioni in partnership con i professionisti del mondo finanziario e assicurativo, per far sì che da un lato il cliente abbia la propria casa efficientata in maniera corretta, l’impresa abbia i suoi soldi nei tempi e nei modi giusti, gli istituti di credito abbiano il rimborso dei finanziamenti e lo Stato non abbia nessun peso. La sinergia è fondamentale per la gestione delle nuove opportunità aperte dalla direttiva Case Green.

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