Dopo aver raccolto i documenti necessari, aver compilato gli appositi riquadri del modello 730 corrispondenti a redditi e detrazioni (da soli, con l’aiuto di un commercialista o di un centro di assistenza fiscale) si arriva allo step finale: a chi destinare l’8, il 5 e il 2 per mille? Scelta non facile, tanto più che gli italiani non ne conoscono le differenze. Sfatiamo subito un luogo comune: non sono in alcun modo opzione alternative tra loro ( nel senso che possono, pertanto, essere tutte espresse in fase di dichiarazione dei redditi) e non determinano maggiori imposte per il contribuente.
Ma non solo. È possibile persino scegliere a chi destinare tali quote dell’IRPEF anche quando non si è tenuti a presentare il 730.
Qual è la differenza tra l'8 per mille e il 5 per mille dell'IRPEF?
Il 5 per mille e l’8 per mille sono due strumenti previsti dal fisco caratterizzati da scopi e destinatari diversi. Il 5 per mille è una quota dell’IRPEF (l’Imposta sul reddito delle persone fisiche) e costituisce nel concreto una possibilità per trasformare la dichiarazione dei redditi in un gesto di solidarietà. Non costa nulla e permette di far arrivare a chi ogni giorno lavora per la collettività una piccola parte delle tasse che già paghiamo.
Compilando l’apposito riquadro è possibile sostenere enti e organizzazioni attive in ambiti quali ricerca scientifica, la tutela del patrimonio culturale o il sostegno a persone in difficoltà: basta inserire il codice fiscale dell’organizzazione che si vuole sostenere e firmare l’apposito riquadro dedicato al 5 per mille.
Cosa succede se non scelgo il 5 per mille?
Se non si sceglie a chi destinarlo, quella stessa quota non andrà perduta ma resterà nelle casse dello Stato, senza essere dirottata verso una causa specifica. In sintesi, il 5 per mille offre la possibilità di decidere attivamente dove indirizzare il proprio contributo per finalità prevalentemente di solidarietà sociale.
Chi può beneficiare dell'8 per mille in Italia?
L’8 per mille è un’altra opportunità di devolvere a terzi una parte delle tasse che dobbiamo versare. A differenza del 5 per mille, però, questa quota dell’IRPEF può essere destinata solo e soltanto allo Stato o a una delle confessioni religiose riconosciute. I destinatari sono diversi quindi da quelli del 5 per mille, ma gli scopi perseguiti sono ugualmente importanti e a beneficio della collettività: i fondi raccolti vengono utilizzati per sostenere opere sociali, culturali, umanitarie e, nel caso delle confessioni religiose per il mantenimento delle loro strutture e delle loro iniziative.
Per capire meglio come funziona, basta fare un esempio: se il reddito imponibile è di 40.000 euro, l’8 per mille corrisponde a 320 euro. Come nel caso del 5 per mille, è sempre il contribuente a scegliere a chi destinare questa cifra, ma in questo caso l’ambito è più ristretto. Se non viene indicato nell’apposito riquadro una destinazione specifica per l’8 per mille, la quota del singolo contribuente viene ripartita in base alle preferenze espresse da tutti gli altri. In pratica, in questo modo, lo Stato e le confessioni religiose ricevono comunque una parte proporzionale delle somme su cui non è stata espressa un’esplicita preferenza. Per questo motivo, è sempre importante indicare la propria scelta.
La differenza tra 5×1000, 8×1000 e 2×1000
La differenza tra le tre quote risiede principalmente negli obiettivi perseguiti e nei destinatari: se il 5 per mille è pensato per sostenere le organizzazioni no profit, gli enti di ricerca e le associazioni, l’8 per mille, invece, è destinato allo Stato o alle confessioni religiose riconosciute.
Il contributo di entità più limitata, ossia il 2 per mille, costituisce la quota che è possibile destinare ai partiti politici per sostenere la loro attività. Tutte e tre queste opzioni sono indipendenti l’una dall’altra. Questo significa che è possibile scegliere liberamente a chi destinare il 5, l’8 e il 2 per mille senza alcun vincolo o limitazione.
Una scelta che possono fare tutti, anche chi non deve presentare il 730
Anche chi non compila il 730, perché esonerato dall’obbligo di presentazione della dichiarazione, può destinare liberamente l’8, il 5 e il 2 per mille dell’Irpef, presentando l’apposita scheda in busta chiusa:
- allo sportello di un ufficio postale che provvederà a trasmettere la scelta al fisco. Il servizio di ricezione della scheda da parte degli uffici postali è gratuito. L’ufficio postale rilascia un’apposita ricevuta;
- a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (professionista, Caf, ecc.). Quest’ultimo deve rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta attestante l’impegno a trasmettere la scelta. Gli intermediari possono però chiedere il pagamento di corrispettivo per svolgere questo servizio;
- direttamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia.
La scheda, che va scaricata dall’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle entrate (https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/scelte-dell-8-5-e-2-per-mille…), deve essere integralmente presentata anche se è stata espressa soltanto una delle scelte consentite (8, 5 o 2 per mille dell’Irpef).
La busta da utilizzare per l’invio della scheda deve recare l’indicazione “Scheda per le scelte della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef”, il codice fiscale, il cognome e nome del contribuente.
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