
Confedilizia lancia un allarme relativa alla quantità di immobili ridotti in ruderi che esistono oggi in Italia. Partendo dai dati diffusi dall'Agenzia delle Entrate sullo stato del patrimonio immobiliare, l'associazione dei proprietari immobiiari sottolinea come, se nell'ultimo anno la crescita è stata dell'1,5%, nel periodo pre IMU il numero è esploso, arrivando a 629.022 unità. Un incremento del 126%, che segnala un’emergenza ignorata.
Ma qual è la ragione dietro a questo degrado materiale, che spesso si accompagna anche a un degrado sociale? Secondo Confedilizia alla base non c'è solo il passare del tempo, ma anche un'azione volontaria da parte dei proprietari tartassati dall'IMU. Come ricorda l'associazione dei proprietari, infatti, l'Imposta municipale unica è dovuta anche sugli immobili dichiarati inagibili o inabilitali, a meno che non siano classificati ufficialmente come ruderi.
Secondo il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. “Il patrimonio immobiliare privato, che dovrebbe essere valorizzato, è invece in molti casi abbandonato a sé stesso. E il quadro non può che peggiorare, vista la presenza dell’Imu – che, come tutte le patrimoniali, è un’imposta progressivamente espropriativa del bene colpito, specie quando si tratta di immobili privi di mercato – e il drastico taglio degli incentivi fiscali per interventi edilizi. Occorre intervenire”.
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