Dopo il "mercoledì da leoni", quello in cui il governo ha presentato il suo piano per far ripartire il paese, il presidente del consiglio Matteo renzi ha concesso una lunga intervista a bruno vespa all'interno del suo programma "porta a porta" nella quale ha confermato il suo impegno per l'Italia e ha detto: "se il 27 maggio i soldi non arrivano vuol dire che sono un buffone"
I soldi a cui ha fatto riferimento il presidente del consiglio sono i circa 85 euro al mese - più o meno mille euro l'anno - che renderanno un po' più cospicua la busta paga dei circa 10 milioni di italiani che hanno contratti da lavoro dipendente o parasubordinato e che hanno stipendi netti fino a 1.500 euro al mese. Una manovra che "è una restituzione di giustizia sociale ed equità", ha affermato renzi
Il presidente del consiglio ha poi escluso l'introduzione di una "patrimoniale" e ha sottolineato: "l'idea che chi guadagna 2000-3000 euro di pensione sia chiamato ad un contributo va escluso. Chi sostiene che i pensionati pagheranno la manovra sbaglia, per i pensionati non cambia niente"
Renzi si è poi preso tutte le responsabilità affermando che la spending review sarà affidata a palazzo chigi - "i soldi ci sono", ha detto escludendo il problema coperture - e ha sostenuto con convizione il fatto che si tornerà a votare nel 2018: "sono convinto che questa classe politica in parlamento ha l'ultima chance per dimostrare che può fare le cose"
E a proprosito del nodo coperture, il presidente del consiglio ha spiegato che il denaro necessario per attuare le riforme si troverà dai tagli dei costi della politica, a partire dalla "chiusura" del senato elettivo e dalla vendita on line delle auto blu; 500 milioni, poi, arriveranno dalla riduzione degli stipendi dei manager pubblici e 2,5 miliardi dall'innalzamento delle rendite finanziarie, bot esclusi, dal 20 al 26
Parlando di europa, renzi ha sottolineato quanto già ribadito in precedenza, ovvero che ciò che l'Italia deve fare gli italiani lo sanno fare benissimo, aggiungendo: "l'Italia ha bisogno dell'europa e l'europa ha bisogno dell'Italia. Anzi è l'europa che ha più bisogno dell'Italia"
E sulle probabili modifiche della legge elettorale che sta per approdare al senato, il premier ha spiegato che qualche cambiamento si può fare, "ma dobbiamo essere tutti d'accordo". Il termine all'approvazione definitiva dell'italicum e alla votazione in prima lettura della riforma del senato è chiaro: "dobbiamo chiudere entro il 25 maggio"
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