La commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento della maggioranza inserito nella manovra bis secondo il quale gli Indici sintetici di affidabilità (Isa) dovranno sostituire gli studi di settore a partire dall’anno di imposta 2017. Si anticipa, dunque, di un anno.
L’emendamento ripropone il testo del disegno di legge presentato a fine aprile. L’Agenzia delle Entrate dovrà emanare un apposito provvedimento entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovrina.
Gli indici, elaborati con una metodologia basata su analisi di dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta, “rappresentano la sintesi di indicatori elementari tesi a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale, anche con riferimento a diverse basi imponibili, ed esprimono su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente”.
Al “voto” da 1 a 10 assegnato alle partite Iva corrisponderà un certo livello di affidabilità fiscale in termini di normalità e coerenza della gestione aziendale e professionale, che permetterà l’accesso a un regime di premialità crescente basato su minori adempimenti e accertamenti meno stringenti.
L’istituzione degli indici interesserà gli esercenti attività di impresa, arti o professioni. L’obiettivo è quello di “favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili e di stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari da parte del contribuente e il rafforzamento della collaborazione tra questo e l’Amministrazione finanziaria, anche con l’utilizzo di forme di comunicazione preventiva rispetto alle scadenze fiscali”.
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