Il saldo e stralcio, sostanzialmente, è un accordo di transazione tra creditore e debitore in cui viene concesso uno sconto sull’intera cifra da restituire a fronte di un pagamento in tempi rapidi (a volte anche con un piano di rientro). Ma cosa succede in caso di saldo e stralcio non pagato?
Nel caso in cui un debitore stabilisca con il creditore un piano di rientro, che preveda il saldo e stralcio del credito tramite il pagamento (in un numero definito di rate) di una somma scontata rispetto al totale che dovrebbe corrispondere. Se il debitore non rispettasse il pagamento delle rate entro le scadenze stabilite, disattendendo di fatto il piano di rientro del saldo e stralcio, il creditore può agire in tribunale.
In sede legale, può essere richiesto nei confronti del debitore un decreto ingiuntivo che può stabilire che la somma da pagare non sia più quella stabilita dal saldo e stralcio, ma quella riferita al somma totale del debito accumulato e non pagato. Vale a dire, il successivo accordo di pagamento tramite saldo e stralcio perde ogni efficacia nel caso di inadempimento.
La ratio che legittima questa decisione è che il saldo e stralcio è, a tutti gli effetti, un contratto (sottoscritto tra le parti tramite scrittura privata) che serve a porre fine a una lite tra le parti per evitare il conflitto in tribunale che però non ha “effetto novativo” (non cancella il contratto precedente). Quindi, il contratto torna valido se la transazione non viene rispettata (è il caso del saldo e stralcio non pagato).
Come spiegato dagli esperti de La legge per tutti, solo la transazione novativa “comporta la definitiva cancellazione del primo accordo e la sua sostituzione con il secondo; sicché, in caso di inadempimento, il creditore può chiedere solo le somme concordate nella transazione”.
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