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Aumento prezzo olio semi girasole
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Solo poche settimane fa si è diffuso l’allarme per l'aumento dei prezzi di pane, pasta e dolci confezionati. Ora è la volta invece dell’olio di semi di girasole. In alcune zone di Italia alcune catene della grande distribuzione hanno deciso di limitare il numero di bottiglie o di litri che possono essere acquistate da ciascun consumatore. Ma come e perché si è arrivati a questo? C’è davvero il rischio che alcuni prodotti possano mancare? L'abbiamo chiesto a Carlo Tampieri, presidente del gruppo Oli da semi di ASSITOL (l'associazione italiana dell'industria olearia)

Le grandi catene hanno infatti precisato che in alcune zone di Italia c’è stata la corsa all’acquisto di alcuni prodotti, ma si sarebbe trattato di “accaparramento” per conto terzi, ossia ristoratori e grossisti, e che il limite alle quantità di alcune merci, in particolare dell’olio di semi di girasole ( si va da due bottiglie a cinque litri a persona a seconda del supermercato), è stato fissato proprio per far sì che anche il consumatore privato abbia accesso a tutti i prodotti disponibili. In altre zone di Italia, invece, l’accaparramento si è verificato a seguito dell’annuncio dello sciopero degli autotrasportatori.

Da dove arriva l’allarme e perché

Secondo alcune associazioni dei consumatori alcuni titoli sui giornali avrebbero scatenato un panico ingiustificato spingendo le famiglie a fare scorte. In realtà la situazione è più complessa perché a lanciare l’allarme sull’elevata probabilità di finire le scorte era stata una fonte ben informata sul tema e in grado di esprimere opinioni suffragata dai dati: si tratta di Assitol, l’Associazione Italiana dell’industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria, secondo cui entro un mese, con l’attuale andamento dei consumi, le scorte sono destinate a finire.

Secondo quella che è la più autorevole fonte italiana sul tema, la crisi ucraina colpisce duramente l’industria degli oli da semi, in particolare nel segmento del girasole. A spiegare il perché in una nota ufficiale è Carlo Tampieri, presidente del gruppo Oli da semi di ASSITOL.

“La chiusura dei porti sul Mar Nero ha bloccato gli scambi dei due maggiori produttori mondiali di girasole, l’Ucraina e la Russia, che riforniscono l’industria europea, Italia compresa, esclusivamente via mare. Le navi che trasportano olio o semi di girasole sono tutte ferme, in particolare presso Mariupol e Odessa, centri nevralgici del commercio via mare”.

Quanto ne consumiamo e quanto ce ne occorre

L’Ucraina rappresenta per noi il primo fornitore di oli grezzi di girasole, con una quota che dal 2015 a oggi è passata dal 54 al 63% secondo i dati elaborati da Assitol. In particolare il consumo annuo di olio di girasole si aggira sulle 700mila tonnellate.

Questo olio ha un utilizzo industriale molto diffuso: è impiegato nella produzione di conserve, salse, maionese, condimenti spalmabili, tutti prodotti destinati alla grande distribuzione alimentare. Inoltre, c’è un intero settore che comprende hotel, ristoranti e il mondo del catering, che lo impiega per le fritture.

L’industria italiana produce solo 250mila tonnellate di olio grezzo: ecco perché il comparto si rivolge soprattutto all’Ucraina che, insieme alla Russia rappresenta il 60% della produzione mondiale di olio di girasole e circa il 75% dell’export mondiale di questo prodotto, per reperire i quantitativi mancanti.

Secondo la Coldiretti, altra fonte ben informata su questi temi, su 570 milioni di euro di prodotti agroalimentari che l’Italia ha importato dall’Ucraina nel 2021, l’olio di girasole costituisce proprio la voce più importante con 260 milioni di euro. Ecco perché lo stop all’arrivo delle navi di olio dal Mar Nero costituisce un grosso problema per l’industria alimentare italiana, secondo alcuni un problema ancora più grave di quello del grano. A meno che non si riescano a trovare, e in tempi anche rapidi, sostituti altrettanto validi da utilizzare per le preparazioni alimentari, tra cui l’olio di colza, di cocco e di soia.

Dr. Tampieri quale potrebbe essere lo scenario più probabile per le prossime settimane?

Se la guerra cessasse nei prossimi giorni tornare alla normalità sarebbe comunque complesso. Tuttavia, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente, se il conflitto dovesse proseguire, perché salterebbe la semina, prevista in primavera”.

Quale messaggio si sente di dare ai consumatori ?

Non prendete d'assalto i negozi o gli scaffali dei supermercati. Le aziende stanno cercando di trovare soluzioni alternative per quanto riguarda l’approvvigionamento di olio e ci si augura che l’emergenza possa finire presto. I supermercati hanno giustamente contingentato le bottiglie di olio di girasole, autorizzando in genere l'acquisto di due confezioni. Il consumatore finale può quindi contare su questo ingrediente per parecchie settimane: in genere si utilizza l’olio di girasole per ricette ben precise, come la maionese o per le fritture. Per molte preparazioni, inoltre basta una piccola quantità di olio di girasole”.

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