"Chiediamo al governo una mini proroga di due o tre mesi per completare quella parte di lavori legati al Superbonus che ancora può essere finita". Così Federica Brancaccio, presidente dell'Ance, l'Associazione nazionale dei costruttori a la Repubblica. "Ci sono 30 mila condomini in bilico e 300 mila famiglie che rischiano di andare in contenzioso", ha aggiunto.
"Mai preteso" che non finisca mai "anche perché è una misura a termine e con décalage naturale. Ma qui ci sono altre considerazioni da fare. In un anno e mezzo la situazione dei crediti incagliati non si è sbloccata. Erano 20-30 miliardi, in base alle nostre stime. Ora saranno meno, ma perché nel frattempo sono intervenuti intermediari che speculano e offrono alle imprese edili in ginocchio il 50-60%. Al Paese però costa sempre il 110%. Per questo chiedevamo un intervento della partecipate di Stato", ha spiegato.
"Ci sono imprese a corto di liquidità e in grande difficoltà. Senza considerare il rallentamento nelle forniture, il rialzo dei tassi che rende più oneroso l'indebitamento, i ristori contro il caro materiali in ritardo. Aspettiamo ancora quelli del primo semestre 2022", ha sottolineato.
La proroga di 2-3 mesi "permetterebbe di abbattere una grossa parte di contenziosi. Chi ha iniziato i lavori a settembre o in ottobre è irresponsabile e non va aiutato. Ma se mancano gli infissi perché arrivati tardi, sarebbe una follia lasciare i cantieri appesi", ha aggiunto.
"Vogliamo ricordare che la legge di Bilancio 2022 dispose la proroga sino a tutto il 2025 del Superbonus 110% per le spese sostenute a fronte di interventi di efficientamento energetico e miglioramenti ai fini antisismici nelle aree colpite dal terremoto", aggiunge una nota di Federcontribuenti, dopo la "stretta" che il governo vuole imporre alle misure riguardo l'Ecobonus 110%.
"In questi giorni purtroppo stiamo seguendo attentamente le vicende legate al Superbonus 110 x cento e al netto delle discussioni vogliamo essere chiari e ribadire che eventuali provvedimenti non dovranno minimamente riguardare la proroga estesa fino al 2025 ai comuni colpiti dal terremoto del 2016. Ci auguriamo che la misura non sia cambiata o peggio cancellata con un colpo di spugna come sta succedendo per il Superbonus, anche perchè se così fosse il Centro Italia martoriato vedrebbe allontanarsi sempre di più la speranza di essere ricostruito".
Federcontribuenti ricorda altresì che la proroga al 2025 "si applica alle spese sostenute per gli interventi ammessi al Superbonus per i quali sia prevista anche l'erogazione di contributi per la riparazione o ricostruzione a seguito di eventi sismici". "Bisogna che il governo si concentri un po' anche riguardo la ricostruzione del Centro Italia perché se si ricostruisce riprende la vita, se si abbandona, quei territori saranno desolatamente spopolati", conclude l'associazione dei consumatori.
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