
Dove si gettano la plastica biodegradabile e quella compostabile? Di primo acchito può sembrare una domanda banale, eppure la corretta gestione di questi rifiuti è fondamentale per il loro smaltimento. Queste due plastiche non sono infatti equivalenti e, proprio per questa ragione, devo essere smistate nel modo giusto con la raccolta differenziata. Ma come procedere?
In linea generale, solo la plastica compostabile può essere gettata nella raccolta dell’umido. Quella biodegradabile, invece, deve essere conferita nell’indifferenziato o nella plastica, a seconda delle indicazioni del proprio comune di residenza. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Plastiche più sostenibili: non tutte sono uguali
Non si può dire che quello della gestione dei rifiuti di plastica non sia un problema globale: questo materiale, altamente inquinante, impiega infatti secoli per potersi degradare completamente e contamina sia gli habitat terrestri che quelli acquatici. Basti pensare che nell’Oceano Pacifico esiste una vera e propria isola fatta solo di rifiuti di plastica, il Pacific Trash Vortex, venutasi a creare dall’immondizia trasportata dalle correnti marine. E, fatto non meno importante, dagli scarti di questo materiale vengono a formarsi le microplastiche, ormai ubiquitarie sul Pianeta.
Proprio per questa ragione, da qualche anno a questa parte stanno prendendo sempre più piede le cosiddette “plastiche più sostenibili”, ovvero dall’impatto ambientale minore, per via del loro processo di lavorazione o delle sostanze con cui vengono realizzate. Tuttavia, non tutte sono uguali. In linea generale, si possono identificare tre grandi gruppi:
- plastiche riciclate: si tratta di materiali ottenuti dalla raccolta e dal riciclo di plastiche già esistenti, come ad esempio il PET;
- plastiche biodegradabili: sono realizzate utilizzando polimeri sia plastici che vegetali che si degradano più velocemente della classica plastica, se esposte agli agenti atmosferici;
- plastiche compostabili: si tratta di un tipo di plastica che è in grado di comporsi molto velocemente e, grazie alla sua composizione, può essere smaltita tramite i comuni sistemi di compostaggio dei rifiuti.
Per quanto le plastiche riciclate non alimentino dubbi di smaltimento - vanno infatti conferite nella normale raccolta della plastica - i dubbi sorgono con quelle compostabili e biodegradabili: dove si buttano?
Cos’è la plastica biodegradabile
In linea generale, con il termine di plastica biodegradabile si intendono tutti quei materiali plastici che sono in grado di essere degradati in modo naturale, ad esempio tramite l’azione di microrganismi, in sostanze più semplici come anidride carbonica, metano e acqua.

Le plastiche biodegradabili rappresentano un sottogruppo delle cosiddette bioplastiche, ovvero materiali che possono essere a base biologica, biodegradabili o possedere entrambe queste caratteristiche. In linea generale, si avranno quindi:
- plastiche derivate da biomasse, ma non necessariamente biodegradabili, come il bio-PE, il bio-PP, il bio-PET;
- plastiche derivate da fonti rinnovabili o fossili biodegradabili, come ad esempio PBS, PCL e PBAT.
Le tipologie di bioplastiche sono le più svariate e, poiché non tutte sono in grado di degradarsi naturalmente, bisognerebbe parlare più propriamente di “plastiche vegetali” per quelle che, pur provenendo da materie prime vegetali e organiche, non presentano caratteristiche di biodegradabilità.
Dove si butta la plastica biodegradabile
Quando si effettua la raccolta differenziata, bisogna prestare molta attenzione alle plastiche biodegradabili, spesso impiegate per il packaging di prodotti alimentari. Per quanto siano in grado di degradarsi naturalmente, non possono essere gettate nella raccolta dell’umido: questo perché le loro tempistiche di decomposizione sono decisamente più lunghe rispetto a quelle di sostanze organiche adatte al compostaggio.
La raccolta della plastica biodegradabile dipende dalle disposizioni del proprio comune, in generale avviene:
- nell’indifferenziato, ovvero nel secco, quando non indicato differentemente;
- nella plastica, quando il comune espressamente lo richiede. È utile sottolineare che, in assenza di specifiche raccomandazioni, gettare questi materiali biodegradabili nel sacco della plastica può compromettere - o rendere più complesso - il riciclo di quest’ultimo materiale.
Si possono usare i sacchetti biodegradabili per la raccolta dell’umido?
I sacchetti biodegradabili non possono essere utilizzati per la raccolta dell’umido domestico poiché, come spiegato nei precedenti paragrafi, presentano tempistiche di degradazione assai diverse dalle sostanze idonee al compostaggio.
Per questa ragione, per la raccolta degli scarti di cucina e le altre porzioni umide domestiche, si può ricorrere unicamente ai sacchetti che riportano la dicitura “compostabile”.
Cos’è la plastica compostabile
Per plastica compostabile si intende un materiale plastico altamente biodegradabile, tanto da rispettare le tempistiche tipiche del compostaggio. Le caratteristiche della plastica compostabile sono definite dagli standard della norma europea EN 13432, che peraltro prevede che la compostabilità di questi prodotti sia espressamente riportata sulla loro etichetta. Questa plastica deve:
- decomporsi entro 6 mesi al 90% in ambienti ricchi di anidride carbonica;
- decomporsi in tre mesi a contatto con materiali organici in frammenti al 90% non più grandi di due millimetri;
- non interferire sul processo di compostaggio.

In linea generale, queste plastiche presentano una composizione perlopiù vegetale: le più comuni sono ricavate da grano, fibre o fecola di patate, fibre della tapioca o dall’amido di mais. Non è però sufficiente l’utilizzo di queste materie prime, affinché siano compostabili è necessario - come già spiegato - che le loro proprietà vengano esplicitate in etichetta.
Dove si butta la plastica compostabile
Di norma, la plastica compostabile può essere gettata nella comune raccolta dell’umido. Ciò è vero soprattutto per i sacchetti e il packaging leggero - come ad esempio le buste da supermercato per la verdura - mentre per oggetti di spessore maggiore è necessario attenersi alle indicazioni del proprio comune di residenza.
Non tutti gli impianti di smaltimento, infatti, gestiscono plastiche compostabili di grande spessore - ad esempio, le posate in plastica sempre compostabile: come già spiegato, sarà il comune a definire come debba essere condotta la raccolta.
Si possono usare i sacchetti compostabili per la raccolta dell’umido?
I sacchetti in plastica compostabile possono essere utilizzati per la raccolta dell’umido domestico, rifiuti appunto destinati ai sistemi di compostaggio.
Anche in questo caso, è però necessario verificare che in etichetta siano effettivamente riportate le caratteristiche di compostabilità, in caso contrario si rischia di inficiare lo smaltimento di questi rifiuti.
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