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Vietnam
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Un tribunale del Vietnam ha condannato a morte l'imprenitrice immobiliare Truong My Lan, presidente del gruppo Van Thinh Phat, per un'accusa di appropriazione indebita di 12 miliardi di dollari (11.106 milioni di euro). La sentenza è arrivata al termine di un processo di grande richiamo mediatico voluto dagli sforzi del Partito Comunista al potere per contenere la corruzione nel Paese asiatico.

Lan, 68 anni, è stata arrestata nel 2022, dopo che le autorità l'hanno considerata responsabile di una serie di corruzioni che includevano la deviazione di fondi dalla Saigon Commercial Bank  che ha subito una massiccia fuga di depositi dopo lo scoppio dello scandalo. L'appropriazione indebita è continuata per un decennio, come è stato confermato nel processo svoltosi a Ho Chi Minh City.

I danni causati all'ente ammontano a 27 miliardi di dollari (24.989 milioni di euro), a causa dei circa 2.500 falsi prestiti gestiti dal complotto capeggiato da Lan.

La scorsa settimana, l'imprenditrice, ha incentrato il suo ultimo intervento sulle scuse per i propri errori e, visibilmente emozionata, ha affermato di essere entrata nel settore bancario senza esperienza e di essersi trovata trascinata in un sistema che non conosceva, secondo quanto riferito dal portale 'VnExpress'.

Il tribunale l'ha giudicata colpevole di complessivamente tre capi d'imputazione: solo l'accusa di appropriazione indebita è quella che le è costata la condanna a morte, mentre ha ricevuto condanne a 20 anni di carcere per non aver rispettato le norme bancarie e aver offerto tangenti.

I reati di corruzione fanno parte del ventaglio di reati punibili con la pena di morte in Vietnam e, infatti, anche altri due ex dirigenti della Vietnam National Shipping Lines, la società incaricata della gestione dei porti e della navigazione, sono stati condannati a questa pena nel 2013, riferisce l’agenzia Bloomberg.

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