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Affitti transitori
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CCL (Consorzio Cooperative Lavoratori) ha presentato una proposta per definire le priorità nell’analisi delle pratiche urbanistico-edilizie nel Comune di Milano. Nello specifico, l’idea presentata dal Consorzio Cooperative Lavoratori in Commissione Casa al Comune di Milano è di creare una graduatoria a punteggio che stabilisca una priorità di analisi e valutazione dei progetti presentati: più alto sarà il punteggio generale più diverrà prioritaria l’analisi del progetto in questione, liberando anche i funzionari comunali dall’assillo emergenziale cui sarebbero sottoposti da ogni operatore senza tali criteri. Oltre a ciò, tali criteri, così impostati, delineerebbero anche una traiettoria di merito che segnala anche dei “desiderata”. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste la proposta.

«La situazione instauratasi negli uffici inerenti l’assessorato alla rigenerazione urbana, a seguito delle molteplici inchieste avviate dalla Procura di Milano, preoccupa tutti. Per nostra natura e per esperienza vissuta siamo dei convinti garantisti ed eventuali responsabilità sono da ritenersi accertate solo da sentenze di giudizio. Stimiamo le professionalità presenti negli uffici comunali ma, al netto delle indagini, serve riconoscere una semplice cosa, ossia che un’inchiesta di questo tipo segna che c’è un cortocircuito, non necessariamente di carattere penale, ma certamente di natura politico-urbanistica che riguarda la crescita eccitata ed eccitante della città, che pare sfuggita alla regolazione e all’indirizzo pubblico. Pensiamo sia necessario darsi dei criteri per determinare priorità operative che consentano una gerarchia chiara nell’esame dei progetti giacenti in Comune, correlati a questioni oggettive e che siano di beneficio complessivo per la città stessa» ha dichiarato Alessandro Maggioni, Presidente di CCL.

La proposta di CCL si basa su una griglia di criteri quali-quantitativi rispetto alla quale assegnare dei punteggi e formare una graduatoria per stabilire le priorità di analisi e valutazione dei progetti. I criteri individuati da CCL sono i seguenti:

  • Temporale:  il tempo trascorso dal momento in cui la pratica è stata ufficialmente protocollata in Comune. Dalla prima protocollazione si determina anche lo strumento scelto in origine per attuare l’operazione edilizia.
  • Tecnico attuativo: Si stabiliscono dei punteggi a seconda che lo strumento attuativo scelto sia permesso convenzionato o permesso semplice. Un altro criterio è la qualificazione dell’intervento: se di nuova costruzione avrà un punteggio, se è ristrutturazione edilizia senza incrementi volumetrici ne avrà uno simile, se è una ristrutturazione edilizia con incrementi volumetrici ne avrà un altro (ad avviso del proponente più basso) e se è qualsiasi tipo di strumento su un “greenfield” avrà un punteggio negativo. Terzo criterio tecnico è legato alla proattività dell’operatore nel rivedere i progetti in corso secondo le linee emerse dalla determinazione comunale.
  • Socio politico: Il gradiente di offerta “abbordabile” presente nelle proposte, con punteggi più alti per quelle contenenti edilizia convenzionata/ERS. Inoltre, un altro punteggio potrebbe essere determinato sulla base di alloggi venduti/assegnati.

Alla fine, dall’unione di questi tre criteri, si otterrà un punteggio globale che, tenendo insieme diversi criteri che risuonano sia nelle cronache giudiziarie, sia in quelle politiche, determinerà una graduatoria oggettiva di priorità di analisi nel merito delle pratiche.

«A nostro avviso si ritiene necessario un intervento del genere perché, in assenza di altro e in presenza di una situazione così complessa, non è più pensabile agire o per la sola data di protocollo della pratica o per sensazioni soggettive di priorità. Per fare ripartire l’analisi delle pratiche - di fatto messe in congelatore - serve darsi dei criteri razionali per stabilire una graduatoria di priorità di analisi delle stesse, un insieme di criteri oggettivo» prosegue Maggioni. «Si dovrebbe inoltre aggiungere anche una ripresa del coinvolgimento degli organi elettivi (Giunta, Commissione Consiliare e Municipio) nella comunicazione – sopra una certa soglia quantitativa – dei contenuti delle convenzioni. Al di là delle contingenze emergenti dalle inchieste è nostra convinzione che quanto introdotto dalla legge regionale 12/2005 (e a tal proposito, credo servirebbe una nuova Legge Urbanistica Regionale che faccia ordine e prenda atto dei tempi), vada rivisto, Lo sviluppo equilibrato della città necessità anche di confronto, regolazione e redistribuzione» conclude Maggioni.

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