Quando si è in affitto, va applicata la marca da bollo sulla ricevuta di pagamento se richiesta. Ma a chi spetta e come funziona?
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contratto di affitto
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Quando si è in affitto in un appartamento può capitare che l'inquilino chieda al proprietario di emettere una ricevuta per attestare che abbia pagato il canone di locazione mensile. Per l’affittuario, serve come prova aggiuntiva dell'effettivo pagamento nei confronti del proprietario. Ma quando va applicata la marca da bollo sulla ricevuta d'affitto e a chi spetta farlo? Apporla sul documento cartaceo richiesto dal locatario diventa obbligatorio se l'importo del canone di affitto è di una cifra maggiore a 77,47 euro. Ecco cosa sapere a riguardo.

Cos'è una marca da bollo e perché va utilizzata

Esteticamente simile ad un francobollo, la marca da bollo è un valore bollato che va applicato su determinati documenti che prevedono il pagamento della cosiddetta imposta di bollo. In Italia esistono due marche da bollo, una da 2 euro e una da 16 euro: queste possono essere acquistate semplicemente da rivenditori autorizzati come tabaccai, uffici postali o banche. 

Per le locazioni, la normativa prevede l’obbligo di applicazione dell’imposta di bollo al momento della registrazione del contratto d'affitto, in quanto rientrano tra i documenti soggetti a tale pagamento. Dunque, in questo caso, oltre all’imposta di registro bisognerà pagare anche l’imposta della marca da bollo, che sarà di 16 euro per ciascun foglio del documento. 

Anche l'eventuale ricevuta di pagamento del canone di locazione deve riportare una marca da bollo. Non ci sono ricevute d'affitto senza marca da bollo quando espressamente richieste. In questo caso infatti il proprietario dell'immobile locato è tenuto a rilasciare la ricevuta del pagamento del canone mensile.

firma su contratto di affitto
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Chi deve pagare la marca da bollo sulle ricevute d'affitto? 

Dato che la quietanza di pagamento del canone di locazione non è obbligatoria e deve essere emessa solo su richiesta dell’inquilino, la normativa stabilisce che sia il conduttore a sostenere i costi della marca da bollo applicata sulla ricevuta.

Quando è obbligatoria la marca da bollo nelle locazioni?

In Italia la marca da bollo da 2 euro è obbligatoria sulle ricevute d'affitto con importi superiore ai 77,47 euro solo se richieste dal locatario e può prevedere i seguenti casi:

  • La marca da bollo su ricevuta di affitto con cedolare secca va applicata solo se si richiede una ricevuta cartacea e l'importo supera i 77,47 euro. In questo caso, la marca da bollo da apporre è di 2 euro
  • La marca da bollo per ricevuta di affitto breve, ovvero i contratti di locazione con durata inferiore ai 30 giorni, va applicata quando l'importo della locazione supera i 77,47 euro. È obbligatorio che la apponga il locatore, ma è il locatario a pagarla
  • La marca da bollo su ricevute dell'affitto pagato con bonifico: anche in questo caso va applicata quella da 2€ solo ed esclusivamente se l’affittuario richiede al proprietario il rilascio della ricevuta di pagamento.
  • La marca da bollo su ricevute dell'affitto pagato in contanti (quando fattibile) va applicata nella stessa modalità.
marca da bollo
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Le sanzioni per non aver messo la marca da bollo

In caso di mancata applicazione dell’imposta di bollo, si dovrà pagare una sanzione fra i 2 e i 10 euro per ogni documento non in regola. Difatti, la multa da saldare varia dal 100% al 500% dell’importo dell’imposta di bollo dovuta, con un minimo di 2 euro (il valore della marca da bollo mancante). 

Nel caso ci si accorga dell’errore prima di un controllo, si può regolarizzare il documento versando direttamente l’imposta di bollo dovuta con una sanzione ridotta e gli eventuali interessi.

È necessario emettere una ricevuta per l’affitto?

Non è obbligatorio rilasciare una ricevuta d’affitto se il pagamento della mensilità avviene tramite metodi tracciabili come un bonifico bancario. Tuttavia, se il conduttore ne fa richiesta, il locatore ha l’obbligo di predisporre e fornire la ricevuta, indipendentemente dal fatto che il pagamento sia stato effettuato in contanti o con strumenti tracciabili. Questo dovere è regolato dall’articolo 1199 del Codice Civile, che stabilisce che "il creditore che riceve il pagamento è tenuto, su richiesta e a spese del debitore, a rilasciare una quietanza e ad annotarla sul titolo, qualora questo non venga restituito al debitore".  

Qualora il proprietario si rifiuti di fornire la ricevuta, l’inquilino può scegliere tra due opzioni:  

  • astenersi dal pagare;  
  • effettuare il pagamento in presenza di un testimone o registrare un video come prova da utilizzare in eventuali dispute con il locatore.

Inoltre, la ricevuta non deve necessariamente essere emessa ogni mese. L’inquilino può infatti richiedere una ricevuta d'affitto cumulativa ovvero una quietanza che copra un periodo più lungo, come ad esempio sei mesi o un anno. In questi casi, il proprietario rilascerà una quietanza liberatoria, un documento che attesta in modo chiaro che l’inquilino ha saldato tutti i debiti relativi al canone stabilito nel contratto di affitto per il periodo indicato.

Come fare la ricevuta per l'affitto corretta

La ricevuta di pagamento del canone di locazione è un documento che certifica l’avvenuto versamento dell’importo dovuto dall’inquilino per un determinato mese. Si redige se richiesta dal locatario e in questo caso deve essere redatta in duplice copia, dove il documento originale viene consegnato al conduttore, mentre la copia rimane al locatore. Solamente su quest’ultima, quindi su quella dell’inquilino, si dovrà apporre la marca da bollo da 2 euro.

Il metodo più facile e pratico per fare la ricevuta d’affitto è l’acquisto di un blocchetto di ricevute prestampate in cartoleria o in tabacchi. In alto a destra deve essere indicata la data del pagamento, che deve coincidere con quella della ricevuta. Successivamente, vanno riportati sulla ricevuta altri dati essenziali come:

  • il nome dell’inquilino.
  • La data del pagamento.
  • L’importo dell’affitto, comprensivo del costo della marca da bollo.
  • Il periodo di riferimento.
  • La specifica dell’immobile locato.
  • Il numero del contratto di affitto e la data di registrazione.

In alternativa ai modelli prestampati, è possibile scrivere la ricevuta in autonomia, l’importante è che contenga tutte le informazioni necessarie stabilite nel modello di contratto di locazione sottoscritto, per garantirne la validità.

Il titolare può registrare presso l’Agenzia delle Entrate un contratto che sia già stato firmato in maniera digitale. Idealista offre ai proprietari e agli agenti immobiliari un servizio gratuito per la creazione di contratti di affitto con firma online.

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