
Sentenza storica a Madrid. Un tribunale della capitale spagnola ha infatti deciso la chiusura di dieci appartamenti turistici in un quartiere centrale della città per proteggere il benessere di una famiglia che risiede nello stesso edificio. Alla base della decisione c'è la violazione dei diritti fondamentali, come la privacy personale e familiare. A denunciare i gravi danni subiti a causa della presenza di queste case vacanze una coppia con due figli.
La famiglia, proprietaria di una delle poche unità abitative del palazzo, soffre da anni per i rumori molesti, la sporcizia nelle aree comuni e i disturbi causati da ospiti temporanei, per lo più stranieri e ubriachi. A questo si aggiungono problemi di salute mentale e fisica derivanti da stress e mancanza di riposo, soprattutto tra i bambini. Secondo la sentenza del tribunale, quattro società responsabili degli appartamenti turistici dovranno risarcire le vittime per un totale di 37.000 euro, di cui quasi 10.000 euro per ciascuno dei due bambini, secondo quanto riportato da El País.
Il giudice incaricato del caso, basandosi sulla giurisprudenza nazionale e internazionale, sottolinea che il diritto alla proprietà privata ha dei limiti e deve essere esercitato responsabilmente. La sentenza, emessa il 19 giugno dal Tribunale di Primo Grado di Madrid, vieta inoltre qualsiasi attività analoga in futuro in quella parte dell'edificio. La sentenza è impugnabile.
Da quando si era trasferita nell'edificio quattro anni prima, la famiglia aveva segnalato numerose situazioni malsane: rifiuti ammucchiati, asciugamani nei corridoi, mobili danneggiati e feste che si protraevano fino a notte fonda. Le relazioni mediche e psicologiche presentate confermavano che sia i genitori che i figli soffrivano di ansia, insonnia e altri disturbi, e la madre aveva persino perso il lavoro.
La Procura della Repubblica si è costituita in giudizio dopo aver riscontrato prove della violazione dei diritti fondamentali della famiglia. Numerosi testimoni hanno deposto durante il processo, tra cui un agente di polizia municipale che ha confermato la ripetuta presenza di persone in stato di ebbrezza, vomito, urina nelle aree comuni e, in almeno un'occasione, rapporti sessuali negli spazi comuni dell'edificio. Anche il portiere dell'edificio ha testimoniato di aver denunciato atti di vandalismo e furto.
Attualmente, circa il 75% delle unità dell'edificio è destinato ad affitti turistici mentre solo un quarto è adibito a uso residenziale. Con questa sentenza, il tribunale ha ordinato l'immediata cessazione delle attività turistiche nei dieci appartamenti direttamente responsabili dei danni subiti dalla famiglia. Tuttavia, nello stesso edificio vi sono altri sette appartamenti con la stessa destinazione d'uso, non inclusi nell'attuale causa.
Il caso è stato definito rivoluzionario dall'avvocato della famiglia, Miguel Rubio, il quale ha sottolineato che l'iniziativa non è nata da un'azione municipale, bensì dagli sforzi individuali di alcuni residenti che hanno deciso di adire le vie legali di fronte all'inefficacia delle precedenti misure amministrative.
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