Lo studio di Patrigest - Gruppo Gabetti e Gabetti Lab
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Esecuzione lavori agevolati
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A cinque anni dall’introduzione del Superbonus 110%, il bilancio che emerge è chiaro: la misura ha prodotto benefici concreti in termini di efficienza energetica, valore immobiliare e occupazione. A certificarlo è il report “Superbonus: analisi degli interventi effettuati e dei relativi impatti”, elaborato da Patrigest - Gruppo Gabetti e Gabetti Lab, che analizza in dettaglio un campione rappresentativo di 202 condomìni – pari a 4.081 unità abitative – oggetto di riqualificazione energetica sull’intero territorio nazionale.

I numeri raccontano una trasformazione significativa: gli interventi realizzati hanno determinato una riduzione media del 54% del fabbisogno energetico e un taglio delle emissioni di CO₂ del 53%, accompagnati da un incremento del valore immobiliare del 10%. Un risultato che testimonia come l’efficienza energetica sia oggi un driver strategico di mercato, oltre che ambientale.

Riqualificazione, una leva economica e ambientale

Con un investimento complessivo di 159 milioni di euro – di cui il 96% coperto da incentivi fiscali – il progetto ha evidenziato anche la partecipazione attiva delle famiglie, che hanno contribuito con circa 6 milioni di euro per sostenere interventi non incentivati o eccedenti i limiti di spesa. La spesa media per condominio è stata di 756.549 euro, pari a circa 60.239 euro per unità abitativa.

“Le famiglie hanno dimostrato un comportamento proattivo, decidendo di investire risorse proprie per migliorare ulteriormente l’efficienza dei propri immobili”, commenta Alessandro De Biasio, amministratore delegato di Gabetti Lab. “Questo effetto moltiplicatore del Superbonus è un segnale forte della crescente sensibilità verso il tema energetico”.

Salti energetici e immobili rivalutati fino al 40%

Uno dei dati più rilevanti riguarda il rapporto tra classe energetica e valore di mercato. Secondo lo studio, un immobile in classe G presenta in media un valore al metro quadro inferiore del 29% rispetto a un edificio ad alta efficienza. Il salto da una classe G a una classe A comporta un incremento medio del 40,4% del valore al mq.

Dopo gli interventi, il 30% degli immobili inizialmente in classe G è salito fino alle classi A o B, mentre tra quelli in classe E, ben il 71% ha raggiunto i livelli più performanti.

“L’efficienza energetica non è solo una scelta ambientale, ma un vero asset di mercato. I nostri dati stimano una creazione di valore immobiliare di circa 65,7 milioni di euro solo nel campione analizzato, pari al 41% dell’investimento complessivo”, afferma Luca Dondi dall’Orologio, CEO di Patrigest. “Estendendo questa incidenza ai dati nazionali ENEA, si può stimare un incremento di valore pari a 48,1 miliardi di euro, a fronte di 116 miliardi di investimenti incentivati”.

Interventi integrati più efficaci

Il report distingue chiaramente tra interventi su sole parti comuni (38%) e quelli integrati anche con le parti private (62%). I risultati confermano che un approccio integrato consente salti energetici più elevati: in media, 3,8 classi migliorate per gli interventi integrati, contro 2,7 per quelli limitati alle parti comuni.

Le lavorazioni più diffuse sono state:

  • coibentazione verticale e orizzontale (cappotti e coperture)
  • sostituzione degli impianti di riscaldamento,
  • nuovi infissi e pompe di calore
  • installazione di impianti da fonti rinnovabili.

Equità e differenze territoriali

Un’interessante analisi per macroaree geografiche, condotta tenendo conto del reddito pro-capite, mostra che le famiglie del Centro Italia sono quelle che hanno investito la quota maggiore del proprio reddito (30%) nella quota non incentivata, seguite da Nord-Ovest (11%), Sud e Isole (10%) e Nord-Est (9%). In termini assoluti, il Nord-Est ha registrato il contributo economico maggiore (3,25 milioni di euro), seguito dal Nord-Ovest (2,15 milioni).

La spesa privata media per unità abitativa a livello nazionale si attesta a 2.480 euro.

Il contesto nazionale: numeri e impatti

Introdotto nel 2020 con il Decreto Rilancio, il Superbonus ha consentito una detrazione fiscale del 110% sulle spese per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici. Secondo dati ENEA, tra maggio 2020 e aprile 2025 sono stati coinvolti circa 500.000 edifici residenziali, pari al 4,1% dello stock edilizio nazionale, per un totale di 116,4 miliardi di euro in lavori ammessi a detrazione, di cui il 96% già completati.

I condomìni sono stati i principali beneficiari (66,9% del totale), seguiti da edifici unifamiliari e unità indipendenti. Le regioni con più interventi sono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Il Mezzogiorno, sebbene presente in classifica, ha beneficiato in misura minore degli incentivi.

Dal punto di vista occupazionale, SVIMEZ stima che il Superbonus abbia generato 429.000 nuovi posti di lavoro tra 2021 e 2024, con il 75% concentrato nel Centro-Nord.

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