Se ami i colori dei papaveri, dovresti assolutamente provare a coltivare il Papavero d’Islanda, una delle piante ornamentali più apprezzate per la sua straordinaria capacità di colorare giardini e balconi con fioriture vivaci. Originario delle regioni fredde, si distingue per la resistenza alle basse temperature e la facilità di coltivazione. Ecco, allora, cosa dovresti sapere prima di piantare il Papavero d’Islanda.
Come si coltiva il Papavero d'Islanda: dalla semina alle cure
Il Papaver nudicaule, questo il nome scientifico della pianta, è celebre per la sua resistenza al freddo e per la varietà di colori dei suoi fiori. La sua semina può essere effettuata sia in piena terra che in vaso, a seconda dello spazio disponibile. Il periodo ideale per seminare va dalla fine dell’inverno all’inizio della primavera, quando le temperature iniziano a salire ma comunque il clima rimane fresco.
I semi sono molto piccoli e vanno sparsi in superficie su un terreno leggero, ben drenato e ricco di sostanza organica. Ricorda, però, che è importante non coprirli troppo, poiché necessitano di luce per germogliare. Una leggera pressione con il palmo della mano sarà sufficiente per farli aderire al terreno.
Dopo la semina, mantieni il substrato costantemente umido ma mai zuppo: in circa due settimane dovresti vedere spuntare le prime piantine, che andranno poi diradate lasciando almeno 20-25 cm di distanza tra una e l’altra.
Le cure necessarie per far crescere il Papavero d’Islanda
Una volta che le giovani piante sono ben radicate, dovrai fare attenzione all’esposizione al sole. Questa pianta predilige, infatti, posizioni soleggiate o leggermente ombreggiate, soprattutto nelle zone più calde d’Italia, dove tenere le piante all’ombra nelle ore centrali della giornata è importantissimo.
Attenzione, poi, soprattutto d’estate a irrigare frequentemente, in quanto non resiste troppo tempo senza acqua. Durante la stagione vegetativa è consigliabile somministrare ogni 3-4 settimane un fertilizzante liquido.
Nel caso dovessi notare la presenza di attacchi di afidi o oidio, dovrai poi intervenire tempestivamente con prodotti specifici o rimedi naturali come il sapone molle.
Gli utilizzi ideali del Papavero d'Islanda
Ma come sfruttare al meglio i colori vivaci di questa pianta? Uno degli impieghi più apprezzati del Papavero d’Islanda è la realizzazione di bordure fiorite. Le sue caratteristiche lo rendono ideale anche per arricchire giardini con sassi o aree parzialmente incolte. Naturalmente, questo papavero è adatto anche per la coltivazione in vaso, soprattutto in combinazione con altre piante.
I fiori recisi del Papavero d’Islanda, se raccolti appena sbocciati, sono poi molto apprezzati per la loro delicatezza e i colori intensi. Possono essere inseriti in composizioni floreali per decorare la casa, eventi speciali o cerimonie. Ricorda di immergere subito gli steli in acqua calda dopo il taglio: ciò aiuta a preservare la freschezza dei petali.
Le differenze tra papavero islandese e papavero comune
Se a prima vista il Papavero d’Islanda può sembrare molto simile alle altre specie, in realtà si distingue per la sua straordinaria resistenza alle basse temperature e per la capacità di fiorire anche in condizioni climatiche avverse. Al contrario, la coltivazione del papavero comune (Papaver rhoeas), tipico dei campi italiani e delle zone temperate, predilige climi più miti e si trova facilmente allo stato spontaneo nei prati e lungo i bordi delle strade.
Dal punto di vista botanico, il Papavero d’Islanda presenta steli sottili, quasi glabri, che possono raggiungere un’altezza variabile tra i 30 e i 50 cm. Le sue foglie sono poi finemente divise e di un verde chiaro. Il papavero comune, invece, ha steli più pelosi e robusti e fiori generalmente rossi con una macchia nera alla base dei petali, raramente di altri colori.
Perchè questa pianta si chiama così e il suo significato
La denominazione botanica corretta di questa pianta è Papaver nudicaule, ma in Italia e in molti altri Paesi europei è noto come papavero islandese o papavero d’Islanda. Questo appellativo deriva dalla convinzione, diffusa nel XIX secolo, che la pianta fosse originaria esclusivamente dell’Islanda. In realtà, il suo “habitat” naturale si estende ben oltre i confini dell’isola nordica, comprendendo vaste regioni fredde dell’Eurasia e del Nord America.
Dal punto di vista simbolico, questa pianta si distingue anche per la varietà dei suoi colori: il bianco richiama la purezza e la pace, il giallo simboleggia l’energia solare e la vitalità, mentre le tonalità arancioni e rosse sono spesso associate al coraggio e alla passione.
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