Il mondo vegetale è a volte difficile da comprendere, ma ci sono alcuni trucchi per categorizzare le piante e saperne di più su come si riproducono. Una differenza fondamentale da fare è tra piante monoiche e dioiche: queste due strategie riproduttive, apparentemente simili, nascondono in realtà meccanismi affascinanti e di conseguenza pratiche diverse per chi ha il pollice verde.
Cos’è una pianta monoica?
Una pianta monoica è una specie vegetale che porta fiori sia maschili sia femminili, ma su uno stesso individuo. Questo significa che un solo esemplare può produrre sia gli organi che generano il polline (maschili), sia quelli che ricevono il polline e producono i semi (femminili).
La parola “monoica” deriva dal greco e si traduce come “una sola casa”, proprio per indicare che tutto ciò che serve per la riproduzione si trova su una singola pianta. Queste piante hanno un grande vantaggio: non hanno bisogno di un altro esemplare vicino per completare il ciclo riproduttivo, anche se spesso sfruttano comunque il vento o gli insetti per spostare il polline da un fiore maschile a uno femminile della stessa pianta (o di altre piante).
Alcuni esempi di piante monoiche
Per esempio, alcune piante monoiche ben note possono dare vita a frutti, fiori oppure ortaggi. Nello specifico, alcune di queste sono:
- Mais: sui fusti si trovano sia infiorescenze maschili (“pannocchie”) sia femminili (“spighe”).
- Cetriolo: sulla stessa pianta compaiono fiori maschili e femminili distinti.
- Zucca: produce fiori maschili e femminili ben riconoscibili su una sola pianta.
- Castagno: porta entrambi i tipi di fiori, spesso in infiorescenze miste.
- Noce: ospita sia fiori maschili sia femminili.
Qual è la differenza tra piante monoiche ed ermafrodite?
Nonostante queste piante non necessitano di un altro esemplare per riprodursi, attenzione a non confondere le piante monoiche con quelle ermafrodite. La distinzione è sottile, ma importante.
Le piante ermafrodite hanno fiori che portano, all’interno dello stesso fiore, sia organi maschili (stami) sia femminili (pistillo). Tutte le funzioni riproduttive si trovano in un unico fiore. Alcuni esempi classici? La maggior parte delle rose, le mele e i pomodori. Le piante monoiche, invece, hanno fiori separati ma tutti presenti sulla stessa pianta: alcuni fiori sono solo maschili, altri solo femminili.
Cosa sono le specie dioiche?
Le piante dioiche, al contrario, sono specie in cui ogni individuo porta solo fiori di un solo tipo: o maschili o femminili. In pratica, esistono piante “maschio” e piante “femmina”. Il termine deriva dal greco e significa “due case”, a indicare che per produrre semi servono almeno due piante, una di ciascun sesso.
Per la riproduzione, il polline deve viaggiare dalla pianta maschile a quella femminile. Solo le piante femmina potranno dar vita a frutti e semi. Questa strategia obbliga la pianta a “collaborare” per forza con altri esemplari della stessa specie: non può autoimpollinarsi.
Alcuni esempi di piante dioiche
Alcune piante dioiche che potresti conoscere spaziano sempre tra ortaggi, alberi da frutto o piante ornamentali. Fra queste:
- Kiwi: per raccogliere frutti bisogna coltivare insieme piante maschio e femmina.
- Spinacio: porta i fiori di un solo sesso su ciascun individuo.
- Ginkgo biloba: esistono alberi maschio e alberi femmina, ognuno con i propri fiori.
- Salice: generalmente ogni albero è maschio o femmina.
- Agrifoglio: solo le piante femmina fanno le note bacche rosse.
Tutte le differenze tra piante monoiche e dioiche
Risulta quindi evidente che il punto fondamentale per distinguere piante monoiche e dioiche sta nella distribuzione dei fiori maschili e femminili. Basta semplicemente guardare il tipo di fiori che la pianta produce e se ha bisogno di altre specie nelle vicinanze per prosperare. Volendo riassumere:
| Monoiche | Dioiche | |
|---|---|---|
| Fiori maschili e femminili | Sulla stessa pianta | Su piante separate (maschio e femmina) |
| Frutti/semi prodotti | Da ogni pianta | Solo da quelle femmina |
| Possibilità di autoimpollinazione | Sì, in molti casi | No, serve impollinazione incrociata |
| Esempi comuni | Mais, zucca, noce, cetriolo | Kiwi, spinacio, agrifoglio, ginkgo |
| Vantaggio adattativo | Riproduzione “autonoma”, anche in isolamento | Massima diversità genetica, minore rischio di auto-fecondazione |
Per concludere, allora, le piante monoiche sono spesso più “indipendenti”: basta una pianta perché si completino tutti i passaggi della riproduzione. Quelle dioiche, invece, favoriscono la diversità genetica, perché la riproduzione richiede per forza lo scambio di polline tra esemplari diversi.
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