Secondo Fimaa un database di chi non paga è necessario per il settore. idealista fornisce questo servizio già da tempo
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Una banca dati nazionale che raccolga i nominativi degli inquilini morosi e nuove misure di tutela per i proprietari che non riescono a riscuotere i canoni di affitto. Sono queste le principali proposte avanzate da FIMAA-Italia per dare nuova linfa al mercato delle locazioni e contrastare un fenomeno che rischia di diventare strutturale. idealista fornisce questo servizio già da tempo, ecco di cosa si tratta.

Fimaa, la proposta di un database di inquilini morosi

Secondo Santino Taverna, presidente nazionale della Federazione italiana mediatori agenti d’affari, il problema non riguarda la maggioranza dei conduttori, che versano regolarmente il canone “a costo di grandi sacrifici”. Tuttavia, i casi di morosità sono sufficienti a scoraggiare molti proprietari, che preferiscono lasciare i propri immobili sfitti piuttosto che correre rischi.

“I numeri parlano chiaro – spiega Taverna: – su 35 milioni di abitazioni, circa 9 milioni e mezzo risultano disabitate. Tolte le seconde case a uso personale, 

restano 6 milioni di immobili che i proprietari scelgono deliberatamente di non affittare. Alla base c’è una percezione di scarsa tutela che porta i locatori a rinunciare a entrate importanti pur di non dover affrontare potenziali morosità”.

Da qui la proposta di una banca dati analoga al sistema Eurisc di CRIF, che già oggi consente agli istituti di credito di monitorare l’affidabilità dei clienti. Un archivio dedicato alle locazioni – sostiene FIMAA – aiuterebbe a ridurre i rischi e a restituire fiducia al mercato.

Inquilini morosi, le criticità normative

La Federazione segnala inoltre alcune criticità della normativa attuale. Oggi, infatti, il proprietario è obbligato a versare le imposte anche sui canoni non percepiti, finché lo sfratto non diventa definitivo. In più, se l’inquilino smette di pagare le spese condominiali, è il locatore a dover coprire i costi per non incorrere nel pericolo di pignoramento dell’immobile.

Accanto a strumenti di maggiore tutela, FIMAA propone anche incentivi fiscali per chi affitta a categorie fragili: “Sarebbe giusto – conclude Taverna – prevedere esenzioni sull’IMU o altre agevolazioni per chi concede un’abitazione a studenti, giovani lavoratori o famiglie in difficoltà. In questo modo, oltre a ridurre gli immobili vuoti, si darebbe respiro a un mercato in sofferenza e si offrirebbero opportunità a chi ha più bisogno”.

Inquilini morosi, il servizio di idealista

idealista propone un servizio di monitoraggio degli inquilini morosi (tutte le info qui): la BDMI, che si propone come un meccanismo di prevenzione. Si tratta di un database che raccoglie le segnalazioni sugli inquilini morosi, con l’obiettivo di proteggere i proprietari e le agenzie, e allo stesso tempo incentivare comportamenti corretti da parte dei conduttori. 

Il funzionamento è piuttosto semplice: chi affitta un immobile può inserire, all’interno del contratto, un’informativa chiamata “clausola antimorosità”. In questo modo l’inquilino sa fin dall’inizio che, se non pagherà regolarmente l’affitto, il suo nominativo potrà essere segnalato alla BDMI. Se il potenziale conduttore non accetta questa condizione, spetta al proprietario o all’agenzia decidere se stipulare comunque il contratto o rinunciare.

Quando si verifica un caso di morosità, il locatore può effettivamente procedere con la segnalazione, previa presentazione dei documenti richiesti, che verranno verificati prima della notifica e della eventuale iscrizione nella banca dati. Oltre alla possibilità di segnalare, BDMI consente anche di consultare il database per verificare l’affidabilità di un futuro inquilino. 

 

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