Il turismo continua a confermarsi uno dei motori principali dell’economia italiana. Tra gennaio e luglio sono state registrate 268,4 milioni di presenze, un dato in aumento del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Secondo Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, entro fine anno la spesa dei visitatori potrebbe toccare i 185 miliardi di euro, mentre l’occupazione nel settore arriverebbe a 3,2 milioni di addetti, contribuendo per 237,4 miliardi al PIL nazionale. Previsioni ancora più ottimistiche guardano ai prossimi dieci anni, con un possibile incremento fino a 3,7 milioni di lavoratori e 282,6 miliardi di valore generato.
La qualità dell’esperienza resta il punto di forza
Oltre ai risultati economici, emergono dati significativi sul livello di soddisfazione dei turisti. Il report Italia Destinazione Digitale 2025 di The Data Appeal Company mostra un sentiment medio di 82,3 su 100, segno dell’apprezzamento per la qualità dell’offerta e l’autenticità delle esperienze. Tuttavia, lo studio mette in risalto un cambiamento nelle preferenze dei viaggiatori: cresce l’interesse verso percorsi più genuini, legati ai borghi, alle aree interne e al contatto diretto con le comunità locali.
Turismo lento e identità dei luoghi
«Il turismo sta cambiando rapidamente», afferma l’esperta di marketing turistico Federica Argentieri. Secondo lei, l’Italia può assumere un ruolo guida in questa trasformazione, puntando su forme di viaggio più lente, esperienziali e vicine all’identità dei territori. Un orientamento già supportato da iniziative pubbliche, come il progetto del Ministero della Cultura che punta a creare una community nazionale dedicata al turismo di prossimità, valorizzando le mete meno conosciute attraverso i racconti di chi le vive quotidianamente.
Marketing territoriale come leva di sviluppo
La domanda di esperienze personalizzate e narrative locali sta rendendo il marketing turistico un asset strategico. Non più semplice promozione, ma uno strumento fondamentale per unire visibilità, crescita economica e impatto sociale. Le istituzioni stanno investendo in questa direzione: il Polo del Turismo Digitale ha ricevuto 114 milioni di euro tramite il PNRR, mentre il Fondo Rotativo Imprese Turismo sostiene interventi di innovazione e sostenibilità. Anche le regioni stanno puntando sulla promozione digitale e sullo storytelling, confermando la centralità della comunicazione per la competitività delle destinazioni.
I borghi chiedono visibilità
«Molti borghi non decollano non per mancanza di attrattività, ma per mancanza di racconto», osserva Argentieri. Dare a questi territori gli strumenti per narrarsi significa trasformare l’interesse in opportunità concrete. In questo quadro, i contenuti generati dagli utenti e il ruolo dei travel creator stanno diventando sempre più importanti.
I nuovi ambasciatori dei territori
In Italia sono attivi numerosi creator con un seguito significativo, come Take My Heart Everywhere, ItalianPlaces o BorghItalia, che superano anche il milione di follower. La loro capacità di raccontare l’Italia nascosta, i piccoli centri e gli itinerari meno battuti rappresenta un valore aggiunto per chi vuole promuovere forme di turismo più sostenibili e attente alle tradizioni locali.
Un turismo davvero per tutti
L’inclusività è un altro pilastro della trasformazione in corso. «L’innovazione reale è rendere il turismo accessibile a chiunque», sottolinea Argentieri, ricordando le barriere ancora esistenti per persone con disabilità visive, uditive o motorie. A livello istituzionale arrivano risposte: il programma “Piccoli Comuni a vocazione turistica” del Ministero del Turismo ha stanziato 34 milioni di euro per interventi nei borghi sotto i 5.000 abitanti, con l’obiettivo di migliorare accessibilità, mobilità sostenibile e rigenerazione urbana.