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Chiunque abbia interesse al risparmio gestito lo sa bene: i Conti deposito proposti in questo 2013 non hanno più i rendimenti che avevano fino allo scorso anno quando interessi fino al 4% lordo annuo erano quasi la norma, mentre ora siamo intorno al 3% per vincoli di dodici mesi. I motivi di questo calo, che comunque riporta tali prodotti verso le loro normali prestazioni e che li confermano in ogni caso strumenti da tenere molto in considerazione per diversi motivi, sono da ricondurre alla situazione finanziaria europea ed a quella italiana in particolare, migliori che lo scorso anno

Infatti a partire dal 2011 e per buona parte del 2012 le cronache finanziarie vertevano sulla crisi del debito europeo e sulle ipotesi di fallimento del progetto dell’euro, nonché sulla difficile condizione dei conti pubblici italiani che portò alla crescita dello spread btp-bund. Tutto questo aveva generato un forte senso di insicurezza nei mercati che fece scappare momentaneamente molti risparmiatori dagli investimenti in borsa verso i vari rendimax, inmediolanum e altri conti deposito

A ciò va aggiunto che le banche avevano la necessità di accumulare più liquidità possibile proprio a causa della difficile situazione finanziaria generale, dunque alzarono i tassi di interesse dei loro conti deposito per attirare più clientela possibile, una clientela che come detto sopra era particolarmente interessata a tali prodotti

Appare quindi ovvio che adesso, con la crisi dell’euro di molto ridimensionata e lo spread tra titoli di stato italiani e tedeschi ritornato a livelli normali, nonché con la conferma delle politiche monetarie espansive da parte della bce, la situazione sia decisamente diversa: le banche hanno meno urgenza di accumulare liquidità dal mercato retail e i risparmiatori stessi si stanno ri-orientando nuovamente verso i mercati e gli investimenti più rischiosi e più redditizi, facendo sì che l’appeal dei conti deposito sia un po’ scemato e i rendimenti proposti di conseguenza più bassi

C’è da aggiungere che i conti deposito, che restano comunque molto richiesti per via della loro sicurezza, della possibilità di margini di profitto certi seppur poco oltre la tutela dall’inflazione, della facilità di gestione, lo scorso hanno visto l’imposta di bollo passare dallo 0,10% delle somme depositate allo 0,15%: potrebbe essere anche questo un elemento che rema contro, ma si deve tenere in considerazione anche che nel 2011 la tassazione sui rendimenti è scesa dal 27% al 20% e che per il resto non vi sono altre spese

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