A idealista/news parla l'Ad Emiliano Di Bartolo e spiega il concetto di "lusso democratico" negli affitti brevi
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Gabetti Short Rent si quota in Borsa: cambia la cultura degli affitti di lusso
GTRES

“Lusso democratico”: è così che Emiliano Di Bartolo, Ad di Gabetti Short Rent, spiega a idealista/news il cambiamento culturale che sta alla base dei nuovi trend degli affitti di lusso. Un cambiamento accelerato dalla pandemia ma in atto già da tempo, che trova nella quotazione in Borsa – dal 26 maggio iniziano le negoziazioni su Aim Italia del gruppo G Rent SpA – il giusto coronamento.

“Abbiamo sempre visto nel mercato la strada principale per una crescita sana, trasparente e con ampia visibilità, un acceleratore del processo di crescita in un momento fondamentale per la rigenerazione del settore, - spiega l’Ad, emozionato per il momento storico che sta vivendo insieme alla sua creatura. - E’ stato faticoso, ma ce l’abbiamo fatta. Il vantaggio della quotazione di G Rent SpA sarà prima di tutto una maggiore visibilità e credibilità dell’azienda, fondamentale data l’importanza delle proprietà che abbiamo in gestione. E poi si tratta di un cambiamento epocale. Sta avvenendo una vera e propria ridefinizione dei valori del nostro mercato, quindi la quotazione è un’opportunità fondamentale per avvantaggiarci sui competitor”.

Quali sono i cambiamenti che si stanno verificando nel settore degli affitti brevi di lusso?

“Il covid non ha ostacolato una  nicchia come quella delle locazioni di lusso, anzi, - risponde Di Bartolo. – Anzi, ville di grandi dimensioni, con piscina e con sistemazioni di alta qualità, sono l’ideale in questo periodo per trascorrere una vacanza con un maggiore distanziamento sociale e godere un soggiorno di lusso in piena riservatezza. La novità è costituita dal fatto che, mentre questo trend prima era riservato esclusivamente ad una clientela di alto status o internazionale, ora sta diventando una forma di lusso molto più diffusa. Un lusso democratico”.

Come è possibile una vacanza di lusso a poco prezzo?

“Nel nostro portafoglio abbiamo proprietà molto vaste, ville storiche, castelli con parchi e piscine private. Il costo di un soggiorno in questi posti può essere, poniamo, mille, 1500 euro a notte. Ma se un gruppo di dieci persone affitta la proprietà, il costo scende a 150 euro a notte, che per un soggiorno di lusso è una cifra assolutamente abbordabile. Considerato che in alcune zone d’Italia questo è il costo di una notte in hotel non necessariamente a cinque stelle”.

Occorre però essere in grado di creare il giusto gruppo per condividere la vacanza democratica di lusso

“È qualcosa che dopo il covid accade molto più spesso di prima. Oggi piace molto la vacanza in villa con piscina, non solo per chi voglia mostrare un certo status ma anche per gruppi di persone con bambini che vogliono far trascorrere le vacanze ai propri figli in un contesto sicuro e piacevole. Con anche la possibilità di cucinare in-house dividendo anche le spese per la dispensa, senza necessariamente dover uscire al ristorante. Ovviamente abbiamo anche la clientela top, che magari ordina il servizio catering o altri servizi dedicati. Ma con la pandemia è emerso il trend dei gruppi di famiglie "normali", o di amici. Se ci si organizza in un numero sufficiente di persone, la vacanza in villa di lusso si può rivelare per assurdo la soluzione più funzionale e anche meno costosa”.

L’Italia può essere un terreno fertile per questo tipo di turismo?

“Negli Stati Uniti questa tendenza è qualcosa di abitudinario, proprio come si vede nei film: si aggregano dieci persone e trascorrono il weekend in villa, condividendo la spesa, la dispensa, come si fa anche per le vacanze in barca. In Italia questo ancora non esisteva sui grandi numeri, se escludiamo zone quali Toscana o Puglia che hanno da tempo pensato questo tipo di sistemazioni per gli stranieri. Ma la tendenza sta prendendo piede anche tra altre tipologie di clienti, con l’acceleratore del covid. E il potenziale di raccolta è grandissimo data la diversità di territori e di proprietà meravigliose che abbiamo qui”.

Quali invece le prospettive sull’offerta negli affitti brevi di lusso?

“Il macrotrend dello short rent di lusso è evidente a livello globale ed è in crescita. Nei prossimi tre-cinque anni si verificherà un cambio culturale anche lato offerta, non solo lato domanda come dicevamo sopra. Infatti le proprietà importanti, le ville, fino a qualche tempo fa appartenevano a famiglie che ne erano gelose; ora spesso sono rimaste in eredità e rappresentano dei costi. Anche perché essendo accatastate A8 non hanno esenzioni, e per di più hanno costi di manutenzione anche di 40 mila euro all’anno. Quindi la messa a reddito è un modo per poter rientrare di costi che possono diventare davvero importanti. E magari guadagnare qualcosa. Cosa significa questo? Che anno dopo anno le proprietà in offerta diventano più numerose e alimentano il mercato, creando la possibilità di differenziare molto i servizi offerti per la clientela”.

Come Gabetti Short Rent intende cavalcare queste tendenze?

“Abbiamo potenziato questo trend a livello nazionale ma anche internazionale acquisendo centinaia di proprietà. Non solo al mare ma anche in montagna e in città, con ville di grandi dimensioni e finiture di pregio anche a Milano, Venezia, Firenze, Roma. E  poi c’è lo smart working, altro trend che sta crescendo e a cui ci stiamo interessando. Abbiamo avuto richieste fuori stagione, ovviamente per quelle ville la cui manutenzione permetteva l’apertura anche invernale. La tendenza c’è e promette bene: si sta creando l’idea di non localizzare più il lavoro in un ufficio ma ovunque, anche in una villa. Basta che esista uno spazio apposito per il lavoro e una buona connessione”.

Progetti futuri dopo la quotazione di G Rent Spa?

“Lanceremo un grande piano marketing sui media, e una grande fetta di quanto raccolto sul mercato con la quotazione servirà al lancio del nostro nuovo portale. Abbiamo l’ambizione di diventare il riferimento in Italia per la locazione degli immobili di lusso”.

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