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Un antico palazzo trasformato in hotel che combina modernità e arte di tutte le epoche
Palazzo Daniele

Gagliano del Capo è un piccolo comune di soli 5.000 abitanti che si trova nell'estremo sud del Salento. Proprio in questo punto strategico, ma anche di grande bellezza artistica e naturale, si trova Palazzo Daniele.

Questo antico edificio del XIX secolo, che ha 158 anni, ospita oggi un fantastico hotel boutique con nove suite. L'interno del palazzo accoglie anche numerose mostre d'arte. Ai premi AHEAD Europe 2019 il Palazzo è stato nominato Hotel dell'Anno.

Il suo interno è caratterizzato da cortili che comunicano tra loro attraverso una serie di passaggi. L'edificio ha subito un restyling con un risultato più che spettacolare. La ristrutturazione dell'edificio è stata gestita da Palomba Serafini Associati, che si è occupata principalmente della ridistribuzione degli spazi.

Per le sue caratteristiche peculiari, Palazzo Daniele è un'opera d'arte in sé, ma ospita anche importanti mostre e collezioni. Nonostante l'età del luogo, tutto ciò che vi si trova è in costante evoluzione, una sorta di laboratorio, in cui studi, stanze e aree comuni si intersecano e scompaiono in base alla momentanea necessità degli artisti.

Sul sito web di Palomba Serafini Associati si legge: "Nella punta più meridionale del Salento, Gagliano del Capo è l'ultima città situata sul promontorio che separa il mare Adriatico e lo Ionio. In questo luogo di energia magica si trova Palazzo Daniele del XIX secolo che si apre in una serie di cortili che dialogano tra loro attraverso una serie di gradini, mantenendo il contatto visivo, dove le stanze sono faccia a faccia. E' un progetto di restauro architettonico, sulla ridistribuzione degli spazi e degli interni per un nuovo cambiamento d'uso. Come sito attuale di una collezione d'arte permanente, ma anche in costante evoluzione, l'uso degli spazi è stato progettato per evidenziare il carattere dell'assenza che consente agli artisti di creare nuove opere; una sorta di atelier su scala macro, in cui gli studi, le camere da letto e le aree comuni si incrociano e scompaiono in base alla momentanea necessità di flussi di energia degli artisti".

In questo modo si creano aperture verso l'esterno che generano ibridi che confondono l'interno verso l'esterno, in una continuità tra gli spazi dipinti e le pareti nude, creando qualcosa di assolutamente insolito in cui i bagni diventano un'installazione, come la fonte arcaica di acqua che scende dal soffitto alto 6 metri e si raccoglie in un bacino molto grande, realizzato con pietra da Andrea Sala, o come le celle monastiche con adeguata illuminazione di Simon D'Exéa.

Le lampade da parete di base di Ikea, l'unica illuminazione della camera da letto, che rimangono nella posizione dell'ultimo utente perché "anche la stanza stessa diventa la cornice della vita, del passato e del presente, della nostra memoria e di coloro che l'hanno vissuta prima di noi".

Vedendo queste immagini è difficile pensare che qualcuno si possa rifiutare di godere della tranquillità e della bellezza di questo luogo nel sud Italia.

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