Nel cuore della Pennsylvania un incendio sotterraneo brucia dal 1962: Centralia, la città fantasma che il fuoco non ha mai lasciato.
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Jon Platek, CC BY-SA 3.0 Wikimedia commons

Centralia, una piccola cittadina della Pennsylvania, è diventata un simbolo inquietante a livello mondiale per via di un incendio sotterraneo che arde ininterrottamente da decenni. Questo evento, unico nel suo genere, ha trasformato Centralia in una delle ghost town più celebri e suggestive degli Stati Uniti. Scoprirai tutto ciò che c’è da sapere sull’incendio di Centralia: origini, conseguenze, curiosità e cosa rende questo luogo così affascinante e pericoloso.

Perché Centralia brucia da oltre 60 anni

L’incendio di Centralia non è solo una tragedia ambientale, ma rappresenta anche uno dei misteri urbani più discussi d’America. Le fiamme invisibili che divorano il sottosuolo hanno costretto quasi tutti gli abitanti ad abbandonare le proprie case, lasciando dietro di sé strade deserte, segnali di pericolo e un’atmosfera surreale.

L’origine dell'incendio risale al 27 maggio 1962, quando nella discarica cittadina vennero bruciati dei rifiuti come pratica comune per liberare spazio. Quello che sembrava un gesto di routine si trasformò in tragedia: le fiamme raggiunsero accidentalmente le profonde vene di antracite sotto Centralia, penetrando nei labirinti dei tunnel minerari abbandonati. Questi cunicoli, scavati nel corso di decenni di attività estrattiva, fungevano da perfetto condotto per la propagazione del fuoco.

Nonostante i primi segnali di allarme, la reale portata del problema fu inizialmente sottovalutata. L’antracite, un carbone duro e ricco di carbonio, una volta acceso può bruciare per decenni grazie all’apporto costante di ossigeno presente nei vuoti sotterranei. Questo fenomeno rese impossibile spegnere l’incendio con i mezzi tradizionali, portando rapidamente la situazione fuori controllo.

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Lyndi & Jason, CC BY-SA 2.0 Wikimedia commons

Com'è Centralia oggi, in Pennsylvania

L’incendio sotterraneo continua a bruciare carbone a diversi metri di profondità, creando crepe fumanti nell’asfalto e diffondendo gas tossici nell’aria. Il fenomeno ha attirato l’attenzione di scienziati, giornalisti e curiosi da tutto il mondo, alimentando leggende e teorie sulle reali cause del disastro e sulla possibilità che l’incendio possa spegnersi un giorno. Oggi, Centralia è visitata da chi cerca luoghi insoliti, appassionati di storia mineraria e amanti del brivido.

Le decisioni prese nei primi giorni e nei mesi successivi all’inizio dell’incendio hanno segnato per sempre il destino della città, trasformandola in una ghost town avvolta da fumi tossici e leggende inquietanti. Non a caso, Centralia ha ispirato opere come il videogioco e il film “Silent Hill”, consolidando la sua fama internazionale come luogo simbolo di abbandono

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© Steven Pavlov Creative commons

I tentativi falliti di spegnimento e le ragioni dell’insuccesso

Dopo i primi giorni dall’inizio dell'incendio, le autorità locali e federali tentarono diverse strategie per contenere il disastro. Tuttavia, ogni tentativo si scontrò con ostacoli tecnici, economici e politici insormontabili. Perché?

  • Difficoltà tecniche: l’antracite, pur essendo difficile da incendiare, una volta accesa sviluppa temperature elevate e continua a bruciare alimentata dall’ossigeno presente nei cunicoli sotterranei. Questo rendeva inefficaci sia l’iniezione d’acqua che il soffocamento con materiali inerti.
  • Costi elevati: le soluzioni proposte, come la completa escavazione del terreno o la creazione di barriere sotterranee, richiedevano investimenti enormi. Per una piccola comunità come Centralia, i costi erano semplicemente insostenibili, tanto che anche il governo federale esitò a finanziare interventi su larga scala.
  • Estensione sotterranea: il fuoco si diffuse rapidamente su una superficie stimata di circa 15 km². La vastità dell’area coinvolta rese impossibile circoscrivere l’incendio con scavi o barriere artificiali: ogni nuovo tentativo veniva vanificato dalla presenza di altri tunnel e crepe che permettevano alle fiamme di avanzare.
  • Decisioni politiche: di fronte all’impossibilità tecnica ed economica di spegnere l'incendio, le autorità decisero progressivamente per l’evacuazione della popolazione. Questa scelta fu dolorosa ma inevitabile: Centralia venne lasciata al suo destino, con le case abbandonate e le strade segnate da crepe fumanti.
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Mredden at the English Wikipedia, CC BY-SA 3.0 Wikimedia commons

L’aspetto surreale di Centralia, il paese di Silent Hill

Camminare per le vie di Centralia oggi equivale a trovarsi in uno scenario che sembra uscito da un film apocalittico. Le strade, un tempo percorse dagli abitanti e dai minatori, sono ora spaccate da profonde crepe da cui fuoriescono fumi caldi e densi, segno tangibile del fuoco che arde sotto terra.

La vegetazione circostante appare spesso bruciata o morente, incapace di resistere alle temperature elevate e ai gas tossici che emergono dal sottosuolo. Uno degli elementi più particolari è la cosiddetta “Graffiti Highway”, una strada abbandonata ricoperta di disegni colorati lasciati dai visitatori negli anni.

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Mike Kalasnik CC BY-SA 2.0 Flickr

Conseguenze ambientali e sociali: evacuazioni e rischi

Negli anni Ottanta, quando la gravità della situazione divenne ancora più evidente, fu avviata una massiccia evacuazione: quasi tutti gli abitanti furono costretti a lasciare le proprie case, con il supporto di fondi federali destinati al trasferimento e alla demolizione degli edifici. Oggi a Centralia risiedono meno di dieci persone, custodi di una memoria collettiva destinata a svanire.

  • Evacuazione di massa: il governo degli Stati Uniti decise di trasferire altrove quasi tutta la popolazione, offrendo indennizzi per l’abbandono delle proprietà.
  • Pericoli geologici: il calore generato dall’incendio sotterraneo provoca continui cedimenti del terreno, rendendo l’area instabile e pericolosa. Crepe improvvise nell’asfalto e aperture nel suolo rappresentano un rischio concreto per chiunque si avventuri nella zona.
  • Impatto ambientale: il rilascio costante di gas tossici come monossido di carbonio e biossido di zolfo contamina sia l’aria sia il suolo, mettendo in pericolo la salute umana e compromettendo l’ecosistema locale.
  • Scomparsa della comunità: con la demolizione delle case, la chiusura delle attività commerciali e la revoca del codice postale, Centralia è stata ufficialmente cancellata dalle mappe amministrative.
  • Durata prevista: gli esperti stimano che l’incendio potrebbe continuare a bruciare per almeno altri 250 anni, alimentato dalle vaste riserve di antracite presenti nel sottosuolo.

Alcuni casi simili nel mondo

Per comprendere meglio la portata del fenomeno, è utile confrontare Centralia con altri incendi minerari attivi nel mondo. La seguente tabella riassume alcuni dei casi più noti e le loro principali caratteristiche.

LocalitàAnno di inizioTipo di carboneDurata stimataImpatto sulla popolazione
Centralia (USA)1962Antracite>250 anniEvacuazione quasi totale
Jharia (India)1916 circaBituminoso>100 anniMigliaia di sfollati
Brennender Berg (Germania)1688Lignite>350 anniBasso impatto attuale
Lytle Creek (Australia)1898Lignite>120 anniDanni ambientali localizzati

Come si può vedere, il fenomeno degli incendi sotterranei è globale e spesso persiste per generazioni. Tuttavia, il caso di Centralia è quello dell'incendio più lungo della storia e resta tra i più studiati e discussi per la sua drammaticità e per l’impatto su una comunità intera.

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