L'intervista di idealista/news alla presidente di Salone del Mobile 2024
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Parola d’ordine: evoluzione, innovazione, ma anche internazionalità. Il 62° Salone del Mobile apre le porte a una varietà incredibile di espositori da tutto il mondo, facendo di Milano la capitale mondiale del design e dell’innovazione. Con 1950 espositori provenienti da 35 Paesi, di cui il 70 per cento italiani, questa è l’edizione del boom di visitatori sauditi ed orientali, i cui mercati rivestono importanza sempre maggiore per il nostro Paese. idealista/news ne ha parlato con Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.

“Su una superficie espositiva di circa 174 mila metri quadri le cose da scoprire sono davvero molte”, spiega Maria Porro. “La parola chiave di questa edizione è: “Dove il design evolve”. Un concetto che esprime il fatto che le nostre aziende si aprono ai mercati esteri e il design guarda sempre più a temi quali sostenibilità, inclusione, nuove tecnologie. Il nostro è un settore creativo sempre in cambiamento, ma legato alla manifattura industriale, quindi ha bisogno di supporto continuo per evolvere e restare competitivo”.

I mercati esteri sono sempre più importanti, in particolare quelli sauditi e orientali. Come mai?

Quest’anno abbiamo molte delegazioni dall’Arabia Saudita e dall’India grazie al grandissimo lavoro di promozione di Salone del Mobile che abbiamo svolto negli scorsi mesi a partire da novembre. Abbiamo toccato tutti i continenti: l’Europa con Londra, Copenhagen, Berlino, Parigi, gli Stati Uniti con Miami, New York, Chicago, Dallas, Las Vegas, l’Asia con Shanghai, New Delhi, il Giappone, ma anche il Sudafrica.

Per quanto riguarda in particolare il rapporto con Arabia Saudita e Paesi del Golfo, questo è molto importante ed è stato oggetto di molti incontri nei mesi scorsi.

Con una situazione internazionale così complessa è fondamentale aiutare le nostre aziende a raggiungere questi mercati emergenti. Anche l’India è una grandissima promessa che si va concretizzando.

Cosa piace all’estero del design italiano?

Il design italiano è apprezzato a livello internazionale per la qualità che esprime, per la capacità di creare prodotti fatti per durare nel tempo, ma anche per il valore immateriale del cosiddetto Italian way of living, che si traduce sia nelle residenze private che negli spazi pubblici, dai ristoranti agli hotel.

Sicuramente il fatto che l’evento più importante del mondo nell’ambito dell’arredamento abbia luogo a Milano in Italia contribuisce a mantenere la centralità del nostro Paese nel settore del design.

Milano in questa occasione diventa davvero il luogo in cui incontrare anno dopo anno clienti, giornalisti, designer da tutto il mondo, player importanti per il nostro settore anche se di discipline diverse, per discutere insieme qual è la chiave evolutiva del nostro settore e dei nuovi mercati.

Cosa vede nel futuro del design italiano?

Il design italiano si trova ad affrontare sfide molto grandi. La prima è la sfida della sostenibilità, su cui l’Italia è leader in Europa sia per i materiali che utilizziamo sia per la longevità dei nostri prodotti. Occorre diventare bravi a comunicare questo: Assoarredo e Federlegnoarredo stanno facendo in questo un grande lavoro per accompagnare le aziende nella transizione verde, fondamentale per mantenere la reputazione del design italiano nel mondo.

C’è poi la cosiddetta transizione blu, che riguarda l’intelligenza artificiale, che da un lato apre possibilità incredibili

nell’ambito del supporto a ricerca e sviluppo, servizi alla clientela, indagini sul mercato. D’altro canto però pone problemi, ad esempio per la salvaguardia della proprietà intellettuale. Un settore come quello del Made in Italy, caratterizzato da forte innovazione può utilizzare l’AI come un turbo per la nostra industria, ma allo stesso tempo occorre essere in grado, a livello nazionale, europeo ed internazionale, di settare regole che tutelino la proprietà intellettuale e quindi il grande sforzo fatto dalle nostre aziende per creare innovazione.

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