Questa pianta cresce in modo ordinato ed è sempreverde. Durante la stagione estiva regala anche bellissimi fiori.
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pitosforo
Σ64, CC BY 4.0 Wikimedia commons

Tra le scelte più popolari per chi desidera creare siepi eleganti, bordure o semplicemente arricchire il proprio giardino c’è sicuramente il pitosforo. Originario dell’Asia orientale, il pitosforo si è adattato perfettamente al clima mediterraneo, diventando un punto di riferimento anche per chi vuole coltivarlo in vaso. Ecco, allora, cosa sapere se vuoi coltivare il pitosforo

L'uso del pitosforo per le siepi

Il pitosforo è molto apprezzato in quanto cresce in maniera ordinata e densa. Inoltre, riesce a mantenere un aspetto verde e compatto tutto l’anno. Utilizzare il Pittosporum tobira per creare siepi vuol dire creare una barriera naturale contro i venti, la salsedine e l’inquinamento urbano.

Per ottenere un risultato ottimo, è consigliabile piantare gli esemplari di pitosforo a una distanza di circa 60-80 cm l’uno dall’altro. In questo modo le piante avranno lo spazio necessario per svilupparsi senza competere. La potatura andrà poi fatta almeno una volta all’anno (preferibilmente a fine inverno o inizio primavera), così da stimolare la produzione di nuovi germogli laterali, rendendo la siepe ancora più compatta.

Un ulteriore vantaggio del pitosforo nelle siepi è la sua fioritura primaverile: i piccoli fiori bianchi o crema emanano un profumo delicato che rende più bello ogni giardino.

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Quanto cresce una pianta di pitosforo?

Ma quanto cresce il pitosforo? Si tratta di una domanda non secondaria, in quanto conoscere la sua altezza media ti aiuterà a capire se la pianta è adatta o meno al tuo giardino. In condizioni ottimali, una pianta di pitosforo può raggiungere un’altezza compresa tra i 2 e i 4 metri, con un diametro della chioma che può arrivare anche a 3 metri. 

Naturalmente, l’altezza effettiva dipende da diversi fattori come l’esposizione, la qualità del terreno, la disponibilità d’acqua e la frequenza delle potature. In ambienti favorevoli, il pitosforo mostra una crescita tutto sommato moderata: mediamente, ogni anno può allungarsi dai 20 ai 40 cm, soprattutto nei primi anni. Va sottolineato, inoltre, che il pitosforo non è una specie a crescita rapidissima: un vantaggio per chi non cerca una pianta troppo alta.

Come coltivare il pitosforo in vaso

Anche se utilizzata spesso per le siepi, il pitosforo è perfetto anche per la coltivazione in vaso. In tal caso, otterrai una pianta sempreverde che offre fogliame lucido, fiori profumati e un aspetto ordinato tutto l’anno.

Per ottenere risultati ottimali, è fondamentale partire da un vaso di dimensioni adeguate, preferibilmente con un diametro di almeno 40-50 cm e dotato di fori di drenaggio. Il substrato ideale deve essere ben drenante. Per quanto riguarda il terriccio, ricorda di mettere uno strato di argilla espansa sul fondo del vaso, sopra il quale sistemare la pianta. Riempi, poi, riempi il terriccio scelto, pressando leggermente.

La posizione migliore per il pitosforo in vaso è in una zona luminosa, con almeno alcune ore di sole diretto al giorno. Tuttavia, la pianta si adatta anche alla penombra. pur crescendo più lentamente. L’irrigazione deve essere regolare ma mai eccessiva: lascia asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. 

Il pitosforo, infine, resiste al freddo, tuttavia, nelle regioni più fredde può essere utile proteggere il vaso con tessuto non tessuto durante le gelate intense, poiché le radici sono più vulnerabili rispetto a quelle coltivate in piena terra.

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Il pitosforo è velenoso per gli uomini e gli animali?

Il pitosforo non è generalmente considerato una pianta velenosa per l’uomo. Tuttavia, come per molte altre specie ornamentali, è sempre consigliabile evitare l’ingestione accidentale di qualsiasi parte della pianta, in quanto le sue bacche non sono commestibili.

Per quanto riguarda gli animali domestici, come cani e gatti, il pitosforo viene generalmente classificato tra le piante “pet friendly”. Naturalmente, ogni animale può reagire in modo diverso: potrebbero manifestarsi anche sintomi passeggeri quali vomito o diarrea se si ingeriscono le foglie o le bacche in quantità eccessiva.

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Alpsdake, CC BY-SA 3.0 Wikimedia commons
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