La fase espansiva dell’economia italiana potrebbe aver concluso la sua corsa, in linea con il rallentamento di quella globale. Lo dice il rapporto di previsione sulla crescita di Prometeia, che vede il Pil italiano nel 2023 al +0.7 per cento, quello dell’Eurozona al +0.6 per cento e quello globale al +2.8 per cento. Ma una possibile ripresa si profila dal 2024. Vediamo quali sono le previsioni per la crescita
Prospettive di crescita ridimensionate, politica monetaria della Bce aggressiva ancora fino al 2024, inflazione di ritorno in zona 2% non prima del 2025. Queste le previsioni dell’outlook economico sull’Eurozona a cura di S&P. Che portano con sé, ovviamente, una difficoltà di accesso al credito maggiore per famiglie e imprese che operano nel mondo immobiliare. Ecco nel dettaglio cosa prevede la società di rating per economia e credito nel real estate
La crescita del PIL italiano nel primo trimestre del 2023 ha superato le aspettative, raggiungendo lo 0,5% secondo le stime preliminari dell'Istat. Secondo Prometeia, ciò supera le previsioni di aprile, ferme allo 0,1%, spingendo il centro studi bolognese a revisionare al rialzo la proiezione di crescita del 2023, passando dallo 0,7% all'1%. Tuttavia, si prevede una stagnazione nel secondo trimestre seguita da una modesta crescita nei due ultimi trimestri
Brutte notizie per il Pil italiano, se ci fosse bisogno di conferma. Il rapporto di previsione di Prometeia ha stimato che, a causa di costo del gas e inflazione, la crescita italiana – ma anche europea e mondiale – subirà una brusca frenata nel 2023. Tagliati due punti nella stima del pil del prossimo anno per quanto riguarda l’Italia, un punto e mezzo per l’eurozona, oltre due punti e mezzo per il mondo. Ecco tutti i dettagli
Nel 2021 il Pil italiano potrebbe crescere del 4,7%. Lo dicono le previsioni macroeconomiche di Prometeia, secondo cui nel 2021-2023 il tasso di crescita medio annuo sarà del 3,8% (a fronte di un +3,6% nell’Eurozona) e dell’1,2% medio annuo fino al 2030. La crescita dell’Italia nel 2030potrebbe ammontare anche a dieci punti percentuali in più rispetto al 2019, ma solo se si utilizzeranno efficientemente le risorse del Next Generation Eu
Dal 3 giugno non si lavora più per il Fisco. In quella data gli italiani festeggeranno il “tax freedom day”, ovvero il giorno di liberazione fiscale, che quest’anno arriva dopo 154 giorni di lavoro: pari a poco più di 5 mesi lavorativi su 12. Rispetto al 2015, l’appuntamento arriva in anticipo di 3 giorni
Secondo la più importante agenzia di rating intenrazionale l'Italia crescerà meno del previsto. Per quest'anno prevede infatti un'espansione del Pil di appena lo 0,5%, rivedendola al ribasso da un precedente 0,7%.
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