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Ecobonus legato ai risultati effettivi? Ecco la proposta in esame al Tesoro
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Il sistema di detrazione fiscale del 65% per gli interventi di risparmio energetico sugli edifici è sotto la lente d’ingrandimento dei tecnici del Ministero dello Sviluppo economico. Quello a cui si sta pensando è modulare l’ecobonus in base all’efficacia e quindi all’effettivo risparmio energetico generato da ciascun intervento, premiando quelli più radicali.

In esame anche l’introduzione di massimali di spesa per tipologia di efficientamento e, in prospettiva, un’integrazione del meccanismo con un altro riassetto in vista che riguarda i bonus in bolletta per elettricità e gas per le famiglie in difficoltà economica.

Le misure dovrebbero essere inserite nella prossima legge di Bilancio. Nel frattempo, il Tesoro dovrà anche decidere se stabilizzare gli sgravi o concedere solo una proroga di un anno. Si ricorda, infatti, che per gli interventi di risparmio energetico sulle singole unità immobiliari la detrazione è pari al 65%, ma dal 1° gennaio 2018 scende al 36%.

Come spiegato dal Sole 24 Ore, nel dettaglio, l’intenzione è quella di modulare la percentuale in detrazione in relazione al risparmio atteso, ma anche di introdurre massimali unitari di spesa per tipologia di intervento, premiare le azioni più efficienti orientandosi sempre di più verso interventi radicali sull’edificio. Allo studio c’è anche una valorizzazione dei risparmi generati dalle detrazioni fiscali per il recupero edilizio, ad oggi non conteggiati, attraverso un sistema di incentivazione integrato con l’ecobonus.

Secondo i dati relativi all’ecobonus, aggiornati al 2014, contenuti nella Strategia energetica nazionale (la cui consultazione pubblica è stata prorogata al 12 settembre): circa 300mila interventi realizzati, per un totale di oltre 3,2 miliardi di investimenti attivati, con un trend in netta crescita negli ultimi tre anni.

La misura ha un costo stimato di circa 10,8 miliardi nel periodo 2007-2016 e ha comportato risparmi, tramite i soli nuovi interventi realizzati nell’anno, pari a 0,16 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).

Il governo, però, sta esaminando due problemi:

  • i costi degli interventi di efficienza energetica sugli edifici in ambito residenziale restano notevolmente più alti rispetto ai livelli tipici del settore industriale, a parità di risparmio ottenuto: il rapporto costo-efficacia di detrazioni fiscali e conto termico risulta fino a otto volte superiore rispetto al meccanismo dei certificati bianchi;
  • non ci sono certezze sul carattere addizionale degli investimenti, perché l’ecobonus presuppone la disponibilità finanziaria delle famiglie che vogliono effettuare l’investimento e deve fare i conti con il problema dei nuclei che risultano in condizioni di povertà energetica.

Proprio per quest’ultimo motivo, i tecnici del Mise stanno pensando a una riforma coordinata con quella dei due bonus elettrico e gas concessi, come sconto sulla bolletta, alle famiglie in condizione di disagio economico e fisico e alle famiglie numerose. La legge annuale per la concorrenza contiene una delega al governo (da esercitare entro 6 mesi) per riorganizzare i due bonus, magari unificandoli, semplificandone l’accesso e prevedendo un aumento degli importi fino a coprire un trimestre di spesa energetica media per una famiglia di 4 persone.

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