Commenti: 0

Con l’inizio dell’autunno è giunto il tempo di tornare a parlare di riscaldamento della casa. Come sempre, è inevitabile chiedersi quale sia la soluzione migliore tra il riscaldamento autonomo ed il riscaldamento centralizzato.

Iniziamo l’analisi delle due tipologie di riscaldamento dal riscaldamento autonomo. Un’abitazione è dotata di tale riscaldamento quando l’impianto è collocato all’interno dell’immobile e, di fatto, viene utilizzato per riscaldare, esclusivamente, la propria casa. Nella stragrande maggioranza dei casi, un impianto di riscaldamento autonomo presenta una caldaia alimentata a metano che viene collegata ad un sistema di tubi e caloriferi per riscaldare tutto l’appartamento. 

Con il riscaldamento autonomo, l’utente ha la possibilità di scegliere, in totale libertà, se utilizzare o meno l’impianto a seconda delle effettive condizioni climatiche. Nelle giornate molto fredde è possibile tenere l’impianto acceso anche per diverse ore mentre nelle giornate dove il freddo invernale non è così pungente si potrà anche decidere di non attivare il riscaldamento. Il consumo di metano del riscaldamento autonomo è legato, quindi, alle scelte dell’utente che, come detto, presenta una totale libertà di controllo del proprio sistema.

In media, una famiglia dotata di un impianto di riscaldamento autonomo consuma circa 1.000 metri cubi di gas all’anno, per un costo di mille Euro circa. In ogni caso, il consumo effettivo di metano e la spesa della bolletta dipendono da tanti fattori come, ad esempio, il tempo di utilizzo dell’impianto, la grandezza dell’abitazione da riscaldare e la tariffa del gas. 

Il riscaldamento centralizzato presenta caratteristiche completamente differenti rispetto al riscaldamento autonomo. Gli impianti centralizzati presentano una caldaia comune di grandi dimensioni che serve più abitazioni ed un sistema di tubazioni che raggiunge tutti gli appartamenti collegati. Si tratta, quindi, di un impianto molto grande e radicato che, soprattutto per quanto riguarda i condomini con numerosi appartamenti, richiede locali dedicati dove collocare la caldaia ed una manutenzione costante al fine di garantire un funzionamento corretto per tutto il periodo invernale. 

Gli impianti di riscaldamento centralizzato presentano una maggiore efficienza delle caldaie e, quindi, comportano un costo più basso per gli utenti a parità di calore prodotto. A differenza del caso del riscaldamento autonomo, gli impianti centralizzati non permettono di essere gestiti liberamente dal singolo utente che dovrà rispettare le decisioni condominiali e le indicazioni comunali per quanto riguarda gli orari di accensione e spegnimento dell’impianto.

A norma di legge, gli impianti centralizzati dovrebbero presentare un contatore di fornitura di calore o comunque un sistema di regolazione e contabilizzazione individuale per ogni radiatore di un appartamento. In questo modo, tutti gli utenti raggiunti da un impianto centralizzato possono decidere quando utilizzare il riscaldamento e, quindi, andare a pagare solo la quota relativa ai propri consumi effettivi. Non tutti gli impianti centralizzati sono però aggiornati alla normativa. 

A conti fatti, la convenienza di un sistema di riscaldamento dipende da diversi fattori. Per alcuni utenti, avere a disposizione un impianto centralizzato può risultare più conveniente mentre per altri la scelta di passare ad un impianto autonomo garantisce tanta flessibilità in più e la possibilità di risparmiare scegliendo liberamente quando attivare l’impianto. 

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account