Approvata dalla Giunta Capitolina la Ridefinizione del piano di intervento sulle locazioni relative al patrimonio disponibile ad uso abitativo di Roma Capitale con relativo incremento delle entrate per l’Amministrazione. Ad essere interessati 570 appartamenti, con un introito stimato per le casse capitoline di quasi 7 milioni di euro all’anno. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha detto: “E’ la fine di affittopoli”.
Gli appartamenti e l’introito
Raggi ha quindi spiegato: “La rivoluzione interesserà circa 570 appartamenti, determinando un introito stimato per le casse capitoline di quasi 7 milioni di euro all’anno a fronte dell’attuale di circa 1 milione e 100 mila euro”.
La sindaca ha poi sottolineato: “L’incremento è del 627%. Assicureremo finalmente una valorizzazione ottimale degli immobili del patrimonio disponibile ad uso abitativo di Roma Capitale, mettendo fine ad ingiustificabili disparità di trattamento e aumentando gli introiti a disposizione per investimenti nei servizi ai cittadini e nello sviluppo della città”.
La sindaca di Roma ha poi spiegato che dei 570 alloggi interessati, di cui 240 si trovano nel primo Municipio, 30 saranno assegnati al dipartimento politiche sociali per essere destinati al servizio di sostegno alloggiativo per i nuclei fragili.
Cosa prevede la delibera
La delibera prevede la valorizzazione e la messa a reddito di tutto il patrimonio disponibile di tipo abitativo attraverso l’applicazione di canoni di libero mercato con durata minima di 4 anni, previo esperimento della procedura di asta pubblica e aggiudicazione dell’immobile con il criterio del maggior rialzo rispetto all’importo posto a base.
Ogni singola unità immobiliare interessata dal provvedimento sarà quindi oggetto di stima sulla base del valore medio delle locazioni secondo quanto stabilito dalle tabelle Omi.
In attesa dell’asta, per le occupazioni senza titolo si procederà alla richiesta dell’indennità di occupazione determinata secondo tali criteri. I contratti di locazione con gli attuali inquilini saranno disdettati.
Nel dettaglio, l’assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale, Rosalba Castiglione, ha spiegato che si procederà con la disdetta dei rapporti contrattuali ancora in essere; successivamente alla revoca, verranno messi a bando gli immobili tramite asta pubblica a cui potranno partecipare anche gli attuali conduttori; chi farà l’offerta più alta vedrà aggiudicarsi l’immobile e, a parità di condizioni, ci sarà prelazione nei confronti dell’attuale conduttore.
Commentando l’approvazione della delibera, Castiglione ha affermato: “Siamo orgogliosi dell’obiettivo che abbiamo raggiunto e che porterà benefici a tutti i cittadini. Con oggi poniamo fine a uno scandalo per troppo tempo perpetrato ai danni della collettività e mai risolto dalle precedenti Amministrazioni. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questa rivoluzione, a partire dai dipendenti e dalle dirigenze dell’Amministrazione”.
E la presidente della Commissione Patrimonio, Politiche abitative e Progetti speciali, Valentina Vivarelli, ha affermato: “Garantire trasparenza ed equità anche nella gestione del patrimonio disponibile di Roma Capitale è fondamentale. L’approvazione di questa delibera costituisce un passo importante che i cittadini chiedevano da tempo e per il quale siamo stati chiamati ad amministrare questa città”.
Le critiche
L’opposizione ha però avanzato alcune critiche. La capogruppo della lista civica “Roma torna Roma” ha affermato: “Dopo due anni nessun atto formale a fronte di tante parole. Eppure, il dossier sugli affitti del primo Municipio era stato predisposto dal commissario straordinario Tronca oltre due anni fa, grazie a un lungo e minuzioso lavoro con gli uffici. Dopo due anni ci saremmo aspettati soluzioni già operative e invece dobbiamo accontentarci ancora degli annunci”.
Affittopoli, alcuni esempi
Ma quali sono alcuni dei casi più emblematici? Tra gli esempi, come ricordato dalla cronaca romana del Messaggero, ci sono un appartamento in zona piazza Navona di 30 mq interni più 30 mq di terrazza dove il canone risultava essere fissato a 13,50 euro, un appartamento in corso Rinascimento di poco più di 80 mq affittato a 160 euro, un appartamento davanti a Fontana di Trevi di poco inferiore a 100 mq affittato a 210 euro al mese.
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