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Imu e Tasi, i rischi di un tributo unico e dello sblocco delle aliquote
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I tributi locali sono al centro dell’attenzione. Il disegno di legge di Bilancio 2019 prevede infatti alcuni interventi su Imu e Tasi, che però suscitano non poche perplessità. Le misure in questione si riferiscono all’unificazione di Imu e Tasi e allo sblocco delle aliquote. Il timore, però, è che tutto questo porti un aumento della tassazione.

Imu e Tasi, tassa unica

L’idea di riunire Imu e Tasi in un unico prelievo è stata avanzata dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), che qualche giorno fa a idealista/news ha spiegato: “I continui cambiamenti delle regole tributarie hanno portato ad una artificiosa duplicità del prelievo comunale sugli immobili, articolato in Imu e Tasi, due tributi con presupposti e basi imponibili pressoché identici. La riunificazione nell’Imu della tassazione immobiliare porterebbe risparmi gestionali per i Comuni e grandi semplificazioni per i contribuenti”.

Sottolineando: “L’obiettivo potrebbe essere ottenuto a parità di pressione fiscale, imponendo limiti specifici di aliquota per i segmenti di base imponibile beneficiati dalle attuali regole sull’Imu o sulla Tasi”.

E concludendo: “A fronte dell’unificazione, il sistema delle aliquote differenziate potrebbe inoltre essere canalizzato in un insieme di scelte ampio ma predeterminato, all’interno del quale ogni comune possa esprimere la propria autonomia. Ciò permetterebbe di individuare facilmente l’aliquota applicabile e di rafforzare i servizi al cittadino (dai bollettini precompilati ai sistemi di pagamento on line) anche nell’ambito di piattaforme telematiche nazionali, oggi di scarsa efficacia”.

Ma sul punto Confedilizia ha espresso alcuni timori. Come spiegato dal presidente dell’organizzazione dei proprietari di casa, Giorgio Spaziani Testa, nel corso della conferenza stampa dedicata alla legge di Bilancio 2019, la paura è che si vada incontro a un aumento della tassazione. “L’aliquota massima di questa imposta – ha sottolineato il presidente di Confedilizia – sarebbe dell’11,4 per mille. Questo emendamento aumenterebbe il carico fiscale potenziale sugli immobili”.

L’organizzazione dei proprietari di casa auspica da tempo la sostituzione degli attuali tributi locali con un unico tributo, fondato sul principio del beneficio. Ma, come sottolineato, non basta una “mera unificazione delle attuali Imu e Tasi. Men che meno se tale unificazione – come emerge dalla proposta formulata dall’Associazione dei Comuni e da alcuni emendamenti presentati in Commissione – porta con sé un aumento dell’aliquota massima complessivamente applicabile”.

Confedilizia ha evidenziato, in particolare, che l’emendamento 79.044 determina un innalzamento della tassazione sulla proprietà immobiliare sotto vari profili. L’art. 79-sexies, comma 3, porta dal 10,6 per mille all’11,4 per mille l’aliquota massima dell’imposta. L’aumento di tassazione stimabile in circa 1,5 miliardi di euro. Con la soppressione della Tasi, inoltre, l’emendamento porta ad eliminare la quota di tale tributo a carico dell’occupante, pari al 10-30% dell’importo dovuto. Per gli immobili adibiti ad abitazione principale che rimangono assoggettati a tassazione (A/1, A/8 e A/9) viene soppressa la detrazione di 200 euro.

Alla luce di queste considerazioni, Confedilizia richiede di:

  • non aumentare l’aliquota massima del 10,6 per mille;

  • prevedere che una quota dell’imposta (10-30%) sia a carico dell’occupante/detentore;

  • disporre la riduzione alla metà dell’aliquota applicabile agli immobili locati;

  • reintrodurre il criterio del decreto ministeriale 2.8.1969 (“Caratteristiche delle abitazioni di lusso”) e mantenere la detrazione minima di 200 euro;

  • prevedere la deducibilità dal reddito della nuova imposta per tutti i contribuenti.

Imu e Tasi, sblocco delle aliquote

Per quanto riguarda invece lo sblocco delle aliquote Imu e Tasi, nel mese di ottobre, intervenendo all’Assemblea Anci di Rimini, il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, aveva detto che nella manovra ci sarebbe stato il tema della leva fiscale. L’intenzione è quella di non prorogare il blocco delle aliquote locali e comunali nella legge di Bilancio 2019.

In merito, sempre a idealista/news l’Anci ha spiegato: “Il blocco delle aliquote ha congelato possibili aumenti di prelievo di entità ridotta e relativi ad un numero limitato di Comuni. Si tratta in prevalenza di comuni piccoli e medi del Nord che nel passato hanno adottato politiche fortemente contrarie all’aumento dell’imposizione fiscale e che, anche con lo sblocco, tenderanno a mantenere bassa la pressione fiscale, ma sulla base di scelte e non di obblighi”.

Aggiungendo: “Dopo tre anni di blocco della manovrabilità delle aliquote dei tributi locali, un ulteriore prolungamento sarebbe incompatibile con l’ordinamento della finanza locale, come esplicitamente indicato dalla Costituzione. Non può sussistere ‘autonomia di entrata e di spesa’ (art. 119 Cost) senza che l’ente – non ‘il sindaco’ ma la collettività locale – possa decidere sui servizi che devono essere disponibili, sulla relativa spesa e, quindi, sulla dimensione del prelievo fiscale. Nessun Comune punta sull’aumento ingiustificato delle tasse, ma la libertà delle scelte locali anche sul fronte fiscale è un cardine dell’autonomia”.

Ma Confedilizia ha lanciato l’allarme chiedendo la reintroduzione del blocco. In merito, Spaziani Testa ha spiegato che lo sblocco delle aliquote, se confermato, porterebbe a un aumento della tassazione nei Comuni dove il valore massimo non era stato raggiunto.

Nel dettaglio, l’organizzazione di proprietari di casa ha sottolineato che lo sblocco degli aumenti di alcuni dei tributi delle Regioni e degli Enti locali, previsto dal disegno di legge di Bilancio, innesterebbe prevedibilmente una spinta agli incrementi che, con riferimento all’Imu e alla Tasi, porterebbe ad accrescere la già elevatissima imposizione tributaria di natura patrimoniale gravante sugli immobili. L’auspicio, dunque, è che nel corso dell’esame parlamentare il blocco in questione possa essere ripristinato.

 

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