
Quando procedere al lavaggio dell’impianto di riscaldamento e, soprattutto, come farlo? Con l’arrivo dei primi freddi, è ormai consuetudine diffusa sottoporre la caldaia a controlli e manutenzione: una buona abitudine, oltre che una necessità di legge, per risparmiare sui costi di riscaldamento e ridurre le emissioni inquinanti. Eppure, questa operazione è raramente seguita da un’altra ugualmente importante, quella del lavaggio dell’impianto di riscaldamento. Di che cosa si tratta e, soprattutto, come funziona?
Per quanto progettato per durare per decenni, il riscaldamento domestico rimane un impianto idraulico. Questo vuol dire che, data l’azione dell’acqua, nel tempo si possono accumulare detriti e calcare lungo le tubature, con ossidazioni e corrosioni che rischiano di causare gravi danni. Proprio per questa ragione, di tanto in tanto è necessario pulire internamente tutto l’impianto, avvalendosi dell’aiuto di professionisti qualificati a questo scopo. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Cos’è il lavaggio dell’impianto di riscaldamento
Così come già accennato, il lavaggio dell’impianto di riscaldamento è una procedura che viene svolta per rimuovere detriti e accumuli di calcare lungo le tubature a cui sono collegati i termosifoni di casa. Viene eseguito da personale qualificato con l’ausilio di alcuni appositi attrezzi, affinché l’intera operazione avvenga nella massima sicurezza, senza il rischio di danneggiare l’impianto.

Di solito si utilizza un’apposita pompa, che viene momentaneamente collegata all’impianto, capace di mettere in circolo acqua sotto pressione, unita ad appositi prodotti pulenti e disincrostanti. Terminata l’operazione, questa soluzione viene eliminata e l’impianto viene riempito con nuova acqua. Come facile intuire, la procedura è possibile sia per gli impianti classici che per quelli a riscaldamento da pavimento.
Quando è necessario lavare l’impianto di riscaldamento
Il lavaggio dell’impianto di riscaldamento è un’operazione che andrebbe fatta ciclicamente, per garantire sempre condizioni ottimali delle tubature e, fatto non da poco, ridurre il rischio di guasti e di perdite che potrebbero richiedere costosi interventi, anche di tubatura.
Tuttavia, vi è una precisa legge che definisce quando questa procedura debba essere necessariamente svolta: si tratta della normativa europea UNI 8065:2019, recepita in Italia con il Decreto del Presidente della Repubblica 50/2009. Il lavaggio è obbligatorio:
- quando si realizza un nuovo impianto;
- quando si eseguono lavori di ristrutturazione che coinvolgono anche l’impianto di riscaldamento;
- quando viene sostituita la caldaia, ad esempio se si aggiorna quella tradizionale con un più costoso modello a condensazione.
Le casistiche individuate dalla legge non impediscono di procedere anche in altri frangenti, ad esempio per migliorare l’efficienza dell’intero riscaldamento domestico. In linea generale, il lavaggio con pompa può essere utile:
- quando la caldaia non funziona correttamente, risulta rumorosa e fatica a scaldare casa;
- quando alcune stanze risultano più fredde di altre, a parità di impostazioni sulle termovalvole;
- quando un termosifone risulta freddo o solo leggermente tiepido, nonostante la caldaia accesa e funzionante;
- quando non si riesce a scaldare efficacemente gli ambienti, anche in presenza di alti consumi energetici.

Non è però tutto, poiché l’operazione di lavaggio dell’impianto permette anche di igienizzarlo, oltre a rimuovere detriti corrosivi, evitando così la proliferazione di pericolosi agenti.
Quanto dura il lavaggio dell’impianto di riscaldamento
L’operazione di lavaggio dell’impianto può richiedere tempistiche diverse, a seconda dell’estensione dell’impianto stesso e del suo dimensionamento. In linea generale, la speciale pompa rimane collegata per almeno 24 ore, affinché si possa avere la relativa certezza che tutti i detriti siano stati eliminati. In ogni caso, sarà l’idraulico certificato a deciderne la durata, in base anche alle esigenze del cliente.
Utilità e rischi del lavaggio dell’impianto di riscaldamento
Scegliere di sottoporre il proprio impianto a una procedura di profondo lavaggio, oltre alle casistiche definite dalla legge, permette di raggiungere importanti benefici, ma anche di esporsi a qualche raro rischio. Ma quali sono i più comuni?
I vantaggi della procedura
Partendo dai vantaggi connessi alla pulizia delle tubature collegate alla caldaia e ai termosifoni, si possono raggiungere degli importanti traguardi. Sia sul fronte dell’efficienza energetica dell’impianto che, naturalmente, anche a livello di consumi e di spesa sulla bolletta del metano. Questo perché il lavaggio:
- ripristina il corretto flusso dell’acqua all’interno delle tubature, migliorandone il circolo;
- evita sovraccarichi alla caldaia, riducendo così i consumi e la probabilità di guasti;
- migliora la resa dei termosifoni, che si scalderanno più velocemente e manterranno gli ambienti più a lungo caldi, sempre riducendo i consumi;
- estende il ciclo di vita sia della caldaia che dei termosifoni, allontanando così nel tempo grandi spese di manutenzione o la necessità di cambiare tutto l’impianto.
Gli svantaggi dell’operazione
Il lavaggio dell’impianto di riscaldamento può presentare anche dei rischi, degli svantaggi che dipendono anche dalla qualità e dalla competenza di chi eseguirà il lavoro. Fortunatamente, si tratta di evenienze abbastanza rare:
- se non effettuato ad arte, ad esempio utilizzando acqua dalla pressione eccessiva, si rischia di danneggiare le tubature;
- sempre in caso di lavori non correttamente eseguiti, si rischia che i detriti distaccatisi dalle parete interne dei tubi inizino a circolare in tutto l’impianto, causando blocchi e ostruzioni.
I costi del lavaggio e le detrazioni fiscali
Ma quali sono i costi del lavaggio del proprio impianto di riscaldamento e, soprattutto, come ammortizzarli? Stabilire una tariffa univoca non è semplice, poiché molto dipende dalle dimensioni dell’impianto stesso, dal numero di termosifoni presenti in casa, dalla complessità delle tubature e dalla tipologia di caldaia in dotazione. In media, i prezzi possono variare dalle 200 alle 500 euro.

In alcuni casi, tuttavia, è possibile ridurre questa spesa. Quando l’intervento viene eseguito in concomitanza con la sostituzione della vecchia caldaia, e con l’installazione di un modello a condensazione, è possibile usufruire delle detrazioni fiscali attualmente in vigore, tra cui il Bonus Casa, l’Ecobonus 2023 e il Bonus Caldaia 2023. A seconda del lavoro svolto, proprio il Bonus Caldaia permette di ottenere detrazioni del 36, del 55 e del 65% sulla spesa sostenuta.
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